Era dal 1962, anno in cui Fidel Castro aveva abolito lo sport professionistico fatta eccezione per baseball, pallavolo e basket, che il pugilato -come gli altri sport- a Cuba non poteva essere praticato ad alti livelli. Ma è di oggi la notizia del presidente federale Alberto Puig che ha così riferito alla tv di stato. “Sono tre anni e mezzo che lavoriamo a un contratto che corrisponda davvero alla filosofia dello sport cubano, per quanto riguarda l’inserimento dei nostri pugili nella boxe professionistica”. 

La federazione cubana ha firmato un contratto con una importante società messicana, la Golden Ring. I i primi match sono in programma a maggio proprio in Messico, con alcuni pugili che hanno firmato già accordi quadriennali. “In una prima fase, coinvolgeremo una squadra di cinque o sei pugili, in Europa o in America Latina, che poi torneranno alla scuola di boxe cubana”.

Il presidente della Golden Ring Promotions, Gerardo Saldivar, ha espresso la sua soddisfazione in un comunicato: “È un privilegio aver raggiunto questo storico accordo con le autorità sportive cubane, che segnerà un prima e un dopo nel pugilato”.

Il ritorno al professionismo del pugilato a Cuba

In realtà c’era stato un graduale ritorno al professionismo già dal 2014, quando sono ricominciate le competizioni a livello semi-professionistico. Infatti i “Domatori di Cuba“, hanno partecipato alle WSB (World Series of Boxing), vincendo tre delle cinque volte in cui ha partecipato, l’ultima nel 2018.

È un grande successo per tutta l’isola, considerando che a livello amatoriale: 80 titoli mondiali e 41 ori olimpionici. “Ora partecipare ai campionati professionistici aumenterà il nostro livello di competizione, perché affronteremo pugili di alto livello come noi e questo ci permetterà di rimanere nell’élite della boxe”. Questa la soddisfazione del boxeur Julio César La Cruz, due volte campione olimpico e cinque volte campione del mondo.