La Consigliera Regionale Lazio, Francesca De Vito, è intervenuta ai microfoni di ‘Radio Cusano Campus’, intervistata da Alessio Moriggi. L’argomento trattato è stato quello inerente alle case famiglia, con un meccanismo di tutela dei minori reputato inaccettabile.
Tutela dei minori non all’altezza
Il primo punto su cui la Consigliera si è soffermata è stata proprio l’inadeguatezza della tutela dei minori a livello legale.
“Ci troviamo in una situazione in cui i primi a non rispettare la legge sono proprio le istituzioni, primo tra tutti il tribunale dei minori. La legge parla chiaro, un minore ha il diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della famiglia, quindi tutto quello che va contro la legge stessa deve aver un iter molto più approfondito. Se ci troviamo in presenza di una decisione presa dal tribunale sulla base di relazioni che presentano falsità, i responsabili di tutto questo dovranno, a loro volta, incorrere in un procedimento. Primo tra tutti è il caso Bibbiano, ma che rappresenta solamente la punta dell’iceberg, perché l’Italia è piena di case famiglia che devono essere riempite, altrimenti il sistema non regge. Per questo ogni “scippo” di minore non è giustificato.”
Un meccanismo che va in una sola direzione
Il problema principale, secondo la De Vito, è un meccanismo che non fa gli interessi dei minori, ma solamente quelli di un sistema che può sorreggersi solamente con la sottrazione dei bambini alle famiglie.
“Il meccanismo è molto ben oleato per andare verso un’unica direzione, ossia quella di dare sostegno alle strutture alternative alla famiglia. Questo meccanismo si mette in moto a seguito di una segnalazione, che può arrivare dalla scuola o da un vicino di casa. Si attivano gli assistenti sociali, si cominciano a monitorare i bambini e si sottraggono alla famiglia, iniziando un percorso di lavoro solamente dopo. In questo modo vengono messe a tacere le richieste del bambino stesso, che sono quelle di essere ascoltato.”
Esperienza personale
In conclusione la consigliera ha raccontato l’evolversi di un caso che lei stessa sta seguendo in prima persona.
“C’è un caso che sto seguendo in prima persona, dove un bambino è stato allontanato dalla madre in quanto, secondo l’accusa, soffriva di problemi fisici e non frequentava la scuola. A seguito del mio esposto è venuto fuori che la struttura sta avendo delle conseguenze molto gravi sul bambino, con alcune relazioni che parlano del rischio di cecità. La risposta del tribunale alle mie richieste per un analisi più approfondita è stata che la questione non mi riguarda, nonostante io abbia il diritto di ispettore in quanto consigliere regionale.”