Oggi dalla Cassazione dovrebbe arrivare la sentenza finale del lungo processo per la morte di Stefano Cucchi.
Il giovane romano morì in seguito alle percosse ricevute nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 nella caserma Casilina.
La decisione finale sul processo Cucchi arriverà dalla Quinta Sezione Penale della Suprema Corte.
Il Pg chiede la conferma delle condanne per i quattro carabinieri
Il sostituito procuratore generale della Cassazione, Tommaso Epidendio, ha chiesto la conferma delle condanne per omicidio preterintenzionale nei confronti di Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.
La richiesta è di 13 anni di reclusione.
Richiesta di conferma anche per la condanna a 4 anni per falso nei confronti del maresciallo Roberto Mandolini, e la responsabilità per stesso reato per Francesco Tedesco.
“Stefano Cucchi ha vissuto una via crucis notturna in cui tutti coloro che lo vedevano rimanevano impressionati dalle sue condizioni”. ha detto Epidendio nella requisitoria pronunciata stamane davanti ai supremi giudici. “Si è voluto infliggere a Cucchi una severa punizione corporale di straordinaria gravità, per il suo comportamento strafottente”. Ha poi concluso: “Tutto qui è drammaticamente grave ma concettualmente semplice: senza i calci, gli schiaffi, le spinte, ci sarebbe stata la frattura della vertebra? La risposta è palesemente negativa”.
Le parole del legale della famiglia Cucchi e della sorella
“Dopo 150 udienze e 14 gradi di giudizio, 15 con l’ultima, si spera venga messa fine a una verità giudiziaria che ormai tutti conoscono ed è ora che venga affermata in modo definitivo”. Così Il legale della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, entrando in Cassazione.
Anche Ilaria Cucchi si è espressa sulla fine della vicenda giudiziaria, che dovrebbe essere quanto mai vicina: “Questa vicenda processuale ha restituito fiducia e speranza a tante persone: spero che questa fiducia non venga delusa“.
Dopo 13 anni dall’omicidio nel Comando Stazione dei Carabinieri Roma Appia, si dovrebbe dunque scrivere la parola fine. La fine di un’ignobile sequenza di false prove, depistaggi e copertura della verità sulla morte del giovane architetto romano.