I provvedimenti del Pnrr offrono prospettive positive per il raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu su salute e istituzioni, sono sufficienti ma migliorabili per istruzione, imprese, infrastrutture e innovazione, produzione e consumi, sono insufficienti per contrasto alla povertà, parità di genere, occupazione, crescita economica e soprattutto per l’ambiente: il Pnrr e la Legge di Bilancio 2022 non tengono adeguatamente in conto gli Obiettivi dell’Agenda 2030 su energia, acqua, protezione degli ecosistemi, lotta al cambiamento climatico. E’ quanto emerge dal rapporto ‘Il Pnrr, la Legge di Bilancio e l’Agenda 2030. Analisi dei provvedimenti alla luce degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile’ pubblicato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis).
Il documento esamina il Pnrr e la Legge di Bilancio 2022 alla luce dei 17 Obiettivi e dei 169 Target dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il tutto con una valutazione volta a comprendere se e come questi provvedimenti contribuiscano a portare l’Italia verso un modello di sviluppo sostenibile. “Con questo rapporto l’Asvis vuol contribuire a conoscere la portata dei provvedimenti che l’Italia sta adottando per affrontare gli effetti della pandemia e guardare a un futuro che si prospetta difficile”.
“Dopo due anni di emergenza sanitaria, l’Europa fronteggia le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina, mentre gli effetti negativi del cambiamento climatico si intensificano, le ingiustizie e le disuguaglianze aumentano in tutto il mondo, anche a causa del nostro modello di sviluppo – affermano Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, presidenti dell’Asvis – il nostro Paese, come parte dell’Unione Europea, reagisce alla situazione con provvedimenti e investimenti di grande portata. L’Agenda della sostenibilità guida alcuni degli obiettivi del Pnrr ma non tutti”.
I temi cardine intorno al Pnrr e ambiente
“Il Pnrr, da solo, non basta. Le crisi che stiamo vivendo e quelle che dovremo affrontare devono stimolarci a prendere decisioni coraggiose e accelerare la transizione ecologica – continuano Mallen e Stefanini. Dopo anni di disattenzione abbiamo ‘scoperto’ la nostra eccessiva dipendenza dal gas, in particolare da quello russo. Siamo consapevoli di dover ridurre la dipendenza dalle energie fossili e di accelerare la transizione verso le rinnovabili, la riduzione dei consumi. Dobbiamo urgentemente compiere scelte capaci di mitigare la crisi climatica. Dobbiamo adattarci ai cambiamenti della biosfera di cui ogni giorno si vedono gli effetti negativi, guardando al benessere delle future generazioni”.