Aumento prezzi. Il caro bollette e la guerra spingono in alto il prezzo dei generi alimentari. La Coldiretti lancia l’allarme e stila la classifica: dall’olio di semi (+23%) ai gelati (+6%) fino a pane e pasta.
Aumento prezzi, Istat: inflazione marzo 2022
Il carrello della spesa sale in maniera vertiginosa, come non accadeva da anni e colpisce tutti, in particolare i 5,6 milioni di italiani che si trovano in condizioni di povertà assoluta. È quanto emerge dallo studio, che ha stilato una black list degli aumenti sullo scaffale sulla base delle rilevazioni Istat sull’inflazione a marzo 2022, che aumenta complessivamente per i cibi e bevande del 6,7%. Se i prezzi per le famiglie corrono, spinte dal caro energia e dalla guerra, l’aumento dei costi colpisce duramente – precisa la Coldiretti – l’intera filiera agroalimentare, con i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori che non riescono ormai neanche a coprire i costi di produzione.
Una pioggia di rincari che riguarda anche frutti di mare, carne di pollo, frutta fresca, pesce. Anche al bar il caro vita fa sentire i suoi effetti. Il Codacons lancia l’allarme sul caffè: in tutta Italia è sempre più facile trovare la tazzina a 1 euro e 20 centesimi. Aumenti che colpiscono le famiglie, e che rispecchiano le difficoltà dell’intera filiera agroalimentare.
Il monito del presidente della Coldiretti Ettore Prandini
L’aumento dei costi si estende all’intera filiera agroalimentare, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione”.
“Bisogna intervenire per contenere il caro energia e ridurre la dipendenza dall’estero per l’importazione di prodotti alimentari – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – l’Italia deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino a oggi occupato dalle importazioni che sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato, lavorando per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”.