Dopo la dichiarazione del ministro Speranza sulla quarta dose, sul tema Covid è intervenuto anche il direttore dell’Istituto Humanitas Alberto Mantovani. In una recente intervista sul Corriere della Sera, il dottor Mantovani ha voluto sottolineare l’importanza di ricevere una direttiva unica dall’Europa.
Al momento, difatti, l’UE non si è ancora decisa ufficialmente favorendo in un certo senso il solito dibattito tra favorevoli e contrari. Queste le parole di Alberto Mantovani sull’eventuale nuovo booster:
“È opportuno oltre che per i soggetti fragili e vulnerabili di qualsiasi età, per chiunque abbia più di 80 anni. E sarebbe auspicabile che in Europa si operasse una scelta unica e condivisa in merito, evitando che ogni Paese stabilisca età diverse”.
Le ragioni scientifiche dietro il parere di Mantovani sulla quarta dose
Naturalmente, le parole di Alberto Mantovani sulla quarta dose seguono un approfondimento scientifico sul Covid che prende spunto dalle esperienza in Israele. A chi fa notare che gli effetti tale booster possano avere durata breve, il direttore dell’Istituto Humanitas risponde così:
“Va considerata l’efficienza del sistema immunitario nel difenderci dalle infezioni con il passare degli anni. Per fare un paragone: c’è chi a 75 o a 80 anni percorre ancora sentieri impegnativi in montagna senza grossi problemi, e chi, alla stessa età, deve camminare con il bastone in casa. Allo stesso modo il nostro “apparato difensivo” può essere più o meno in forma, quindi penso che la somministrazione sopra gli 80 anni in generale sia ragionevole perché diversi ultraottantenni possono essere assimilabili agli immunocompromessi che seguiamo e studiamo nel consorzio Vax4frail, mentre non la proporrei per persone complessivamente sane già a 60 anni”.
L’ultimo tema è invece quello sulle tempistiche di somministrazione con diverse voci che vorrebbero un’attesa fino al prossimo autunno prima della quarta dose. Per Mantovani tale indicazione potrebbe non avere troppo senso:
“Piuttosto in autunno sarà opportuno ribadire che, oltre al vaccino per Covid, andrà fatto anche quello antinfluenzale. Ci sono dati molto convincenti del Regno Unito che dimostrano come la coesistenza delle due infezioni aumenti moltissimo il rischio di malattia grave o gravissima”.