Nel clima da incubo del conflitto tra Russia ed Ucraina, emerge la manifestazione becera contro il Green pass che a Modena ha visto sfilare diverse persone con la maglia della “Z” russa. In totale si contavano circa 50 attivisti che nell’occasione si sono riuniti sotto lo striscione che recitava “Dalla guerra alla pandemia, una sola strategia”.
Sul posto era dunque intervenuta la Digos che aveva “caldamente consigliato” ai manifestanti di non esibire la maglia russa; quest’ultimi aveva risposto positivamente alle direttive della polizia lasciandosi poi andare al grido di “Zeta, zeta” nel corso della manifestazione.
Ricordiamo che la Zeta è il simbolo apparso sui tank russi ed è diventato l’emblema principale dei sostenitori di Putin ed in generale del conflitto bellico.
Fortunatamente il corteo ha sfilato in maniera pacifica e scortato dalla polizia in modo regolare, per cui al di là del messaggio di pessimo gusto non ci sono state complicazioni, con diversi passanti che hanno anche sorriso alla scelleratezza degli attivisti.
Covid. In centro a Modena tornano i no green-pass sfoggiano la “Z” per sostenere Putin https://t.co/C0bldwr3Hi via @gazzettamodena
— Gazzetta di Modena (@gazzettamodena) April 3, 2022
Manifestazione a Modena: tutti i motivi di protesta
Diversi dunque i motivi della manifestazione a Modena che nasceva col presupposto di schierarsi ancora contro le decisioni in merito al Green Pass. Il corteo no-vax ha però rivelato anche altre ragioni di protesta tra cui diverse invettive contro Draghi, Bonaccini e la guerra in Ucraina.
Obiettivo della protesta era unirsi al messaggio di Putin di “denazificare l’Ucraina” oltre che criticare la presunta “dittatura sanitaria” di cui ormai i no-vax si fanno portavoce da tempo. Emblematica è stata la risposta proprio di uno dei politici chiamati in causa, Stefano Bonaccini, che sul suo profilo Facebook ha così commentato:
“Per alcuni si chiude un cerchio: contro i vaccini e la dittatura sanitaria. A sostegno dei bombardamenti in Ucraina”.
Insomma, il presidente della Regione Emilia-Romagna ha voluto smorzare i toni senza approfondire un dibattito che non ha ragione nemmeno di esistere.