Uno dei temi più caldi sulla guerra tra Russia ed Ucraina è quello legato alle sanzioni russe ed anche Romano Prodi ha voluto ribadire la sua sul gas russo. Proprio in mattinata Giuseppe Conte aveva sottolineato l’importanza di cercare una soluzione politica alla guerra, una linea condivisa anche dall’ex premier:
“Del loro gas abbiamo un gran bisogno, su questo non c’è dubbio. Ma i russi hanno molto bisogno di venderlo. Oltre al fatto che se dovessero chiudere il rubinetto, ci vorrebbe molto tempo per riaprirlo. E per loro sarebbe un suicidio”.
Questo il commento di Prodi che sottolinea quanto le scelte sul gas russo possano rappresentare un asset decisivo su cui lavorare per la ricerca della pace. A questo elemento si collega poi la richiesta di Putin di pagare il gas in rubli, per rafforzare la moneta russa che sta soffrendo gli eventi della guerra.
Anche su questo fattore, la posizione di Romano Prodi è ben chiara:
“Apparentemente è una rivoluzione, in pratica è uno strumento di politica interna russa, per il controllo e il rafforzamento del rublo. Oltre a essere un segno di maggiore sovranità, ovviamente. L’interlocutore rimane Gazprombank che è stata esclusa dalle nostre sanzioni, per evitare di essere strozzati. Semplicemente si continuerà a pagare alla stessa banca in euro che li cambierà in rubli, con modalità più complesse e controllate dal governo russo. Se fosse stato davvero un fatto rivoluzionario, il prezzo del gas sarebbe schizzato. Ma così non è stato”.
Romano Prodi parla di Putin
Nel corso della stessa intervista gli argomenti trattati non hanno riguardato solamente le sanzioni russe, ma anche la figura di Putin con cui Prodi ha avuto modo di rapportarsi in passato. Alla domanda diretta sul premier russo, Prodi ha voluto raccontare un aneddoto particolare:
“Non ho idea di cosa pensi Putin. E non è facile indovinarlo. Ricordo quando gli chiesi di ospitare Emergency in Cecenia e lui mi rispose: “Tu non sei cittadino russo, io non lascio che decidano gli altri del mio Paese”. E non so nemmeno quali siano stati gli accordi o i disaccordi con Xi Jinping nei loro recenti incontri. Continuo comunque a ritenere che solo l’accordo fra Stati Uniti e Cina possa mettere fine alla tragedia della guerra in corso”.