Non c’è tregua nel conflitto tra Russia e Ucraina e sul tema questa mattina è intervenuto anche il presidente del M5S Giuseppe Conte chiedendo una “soluzione politica”. Già nel corso della settimana scorsa c’erano stati degli screzi tra lui e il premier Mario Draghi sul tema delle spese militari ed oggi Conte ha voluto fare nuovamente chiarezza sulla sua posizione.

Il tema più spinoso riguarda naturalmente la posizione dell’Europa sul conflitto bellico e l’ex premier su questo ha pochi dubbi. A chi gli chiede se l’embargo del gas russo possa essere una soluzione, Giuseppe Conte risponde così:

“Io penso che questi atti configurino dei veri crimini di guerra e i responsabili dovranno risponderne davanti alla Corte penale internazionale. Ma come Unione Europea non dobbiamo rispondere a queste atrocità con un’escalation militare, se vogliamo che termini questa carneficina dobbiamo lavorare con tutti gli strumenti a nostra disposizione per una soluzione politica”.

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Dunque, il messaggio di Conte è di non rispondere alla violenza con altra violenza ma di cercare in tutti i modi una soluzione politica che possa riportare la tregua tra le parti.

Le parole Giuseppe Conte su Putin e Zelensky

La soluzione politica invocata da Giuseppe Conte si scontra naturalmente con le posizioni opposte di Putin e Zelensky. Proprio recentemente il presidente ucraino aveva dichiarato di non accettare altro risultato se non la vittoria; su questo tema Conte si è così esposto:

“Con la guerra non si gioca e l’Europa deve avere una posizione chiara. Una cosa è offrire il necessario sostegno all’Ucraina, altra cosa è pensare di procrastinare il conflitto nella speranza di piegare la Russia. L’Europa deve promuovere una soluzione politica, che muova dal riconoscimento del principio di autodeterminazione dell’Ucraina”.

Dall’altro lato, il timore più grosso è che Vladimir Putin possa ambire non solo all’Ucraina ma anche alla Moldavia e a tutti i Paesi Baltici. Su questo tema, la lettura di Conte è chiara:

“Credo che il contagio della democrazia sia la più grave minaccia percepita dal sistema russo che, nel corso degli anni, si è sviluppato in direzione sempre più autocratica. Nel corso degli anni ’90 in Russia era ancora prevalente l’idea di una collaborazione con la Nato. Poi c’è stata la repressione in Cecenia, la guerra per l’Ossezia del sud, l’occupazione della Crimea, adesso l’Ucraina. Sono evidenti le linee di un disegno neo-imperialista che mira a recuperare un’influenza russa, diretta o per interposto governo, nelle vecchie repubbliche sovietiche”.

Giuseppe Conte sulle spese militari

Infine, anche un richiamo al tema delle spese militari su cui come accennato già la scorsa settimana si era aperto un dibattito acceso:

“La reazione a questo conflitto non può consistere in una forsennata rincorsa al riarmo nell’ambito della Nato e dei Paesi con maggiore spazio fiscale come la Germania. Sull’obiettivo del 2% della spesa militare, finalmente anche il governo ha chiarito che il 2024 è una data meramente indicativa e che va definito un piano temporale compatibile con il nostro Paese, che già oggi si ritrova sul ciglio di una pesante recessione”.