Stamattina, a Sorrento, c’è stata l’intitolazione del molo di Marina Piccola a Lucio Dalla. Un’onorificenza che si accoda all’evento “I Colori di Lucio” rassegna iniziata il 4 marzo scorso in provincia di Napoli, per celebrare, nel decennale della scomparsa, lo storico cantautore bolognese.

Questa mattina, Massimo Coppola, presidente di Sorrento, e il presidente della Fondazione Lucio Dalla, Andrea Faccani, hanno intitolato alla storica voce italiana, cittadino onorario di Sorrento, il molo del porto di Marina Piccola, dove era solito arrivare con la sua barca e che fu sua fonte di ispirazione durante la composizione della magistrale “Caruso”.

Rinviato invece a sabato 9 aprile, alle ore 21, presso l’auditorium Sirene dell’Hilton Sorrento Palace, il concerto di Ron, che proprio con Lucio Dalla ha vissuto un lungo sodalizio umano e artistico, dal quale sono nati capolavori e pagine indimenticabili della storia della musica italiana. Un evento imperdibile, all’insegna della solidarietà: le offerte raccolte saranno devolute ad Aisla, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, di cui Ron è testimonial nazionale.

Perché Lucio rimane eterno

Ideata dall’associazione Nemesi, sostenuta dalla Fondazione Lucio Dalla di Bologna, promossa dal Comune Sorrento, con la partecipazione degli altri Comuni della penisola sorrentina, in collaborazione con la Fondazione Sorrento, la manifestazione ha visto protagonisti, tra gli altri, ospiti come lo street artist Jorit, i giornalisti Marino Bartoletti e Andrea Scanzi, Franco Arminio (poeta e scrittore) e il rapper Murubutu.

Oltre a questo riconoscimento, fino al 17 luglio, presso il Museo Civico Archeologico di Bologna, ci sarà un’esposizione intitolata “Lucio Dalla. Anche se il tempo passa”. La mostra sarà itinerante, visto che dal 22 settembre si sposterà all’Ara Pacis a Roma e nel 2023, in occasione dell’ottantesimo della nascita, a Napoli e a Milano. Un’occasione unica per riscoprire le tracce del percorso umano e professionale di uno dei più amati artisti italiani, come Alessandro Nicosia, curatore della mostra “Un caleidoscopio – frutto di una lunga ricerca di materiali impreziosita da tante testimonianze di amici e colleghi – in cui hanno trovato spazio le tante espressioni che gli appartenevano. Inclusa la sua profonda spiritualità”.