Sin da quando è cominciato il conflitto in terra ucraina Papa Francesco non ha mai mancato di far sentire la propria voce. Dall’aereo diretto a Malta, dove il pontefice è atteso sabato mattina, Bergoglio si spinge oltre e conferma la possibilità di un viaggio di pace a Kiev.
L’occasione del viaggio apostolico nell’isola di Malta diventa dunque significativa. L’obiettivo dell’incontro è attirare l’attenzione dell’Europa sulla questione migratoria, oggi aggravata dal perpetrarsi del conflitto in Ucraina. Francesco incoraggerà l’Europa ad accogliere i rifugiati ucraini invitando al tempo stesso i paesi a estendere la stessa accoglienza ai migranti che arrivano dalla Libia e da altri paesi.
Alla domanda di un giornalista sul volo verso Malta, il #Papa ha risposto che un eventuale suo viaggio a #Kiev è una proposta presa in considerazione pic.twitter.com/zQt2ovAZ84
— Vatican News (@vaticannews_it) April 2, 2022
Papa Francesco al lavoro per volare in Ucraina
Papa Francesco è dunque al lavoro insieme alla diplomazia della Santa Sede per organizzare un viaggio nella capitale ucraina Kiev. In parallelo è allo studio dal Vaticano un incontro con il patriarca russo Kirill, il vertice della Chiesa ortodossa di Mosca. L’entourage del Papa non ha mai interrotto il filo diretto con il capo degli ortodossi russi ed in queste ore riecheggia l’ipotesi di un secondo summit tra le due autorità religiose. Un fondamentale crocevia per ovviare alla prassi diplomatica che prevede che il Santo Padre incontri entrambe le parti in conflitto. Utopia fino a qualche giorno fa.
Un’altra possibilità in fase di discussione riguarda la mediazione che Francesco potrebbe provare a compiere, incontrando ambo le parti al di fuori delle due nazioni. Non sono al momento giunte notizie relative a possibili summit con Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. La Santa Sede rimane comunque in lista per un ruolo di mediatore ufficiale, così come sottolineato dal cardinale e segretario di Stato Pietro Parolin.
Le parole di Francesco all’arrivo a Malta
“Ora, nella notte della guerra che è calata sull’umanità, non facciamo svanire il sogno della pace. E mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà“.
“Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano. Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti“.
“E’ triste vedere come l’entusiasmo per la pace, sorto dopo la seconda guerra mondiale, sia negli ultimi decenni affievolito, con pochi potenti che vanno avanti per conto proprio, alla ricerca di spazi e zone d’influenza“.
“Aiutiamoci ad ascoltare la sete di pace della gente. Lavoriamo per porre le basi di un dialogo sempre più allargato. Ritorniamo a riunirci in conferenze internazionali per la pace, dove sia centrale il tema del disarmo, con lo sguardo rivolto alle generazioni che verranno“