Il rischio di indebitamento è concreto per migliaia di famiglie italiane, alla luce del balzo inflazionistico del mese di marzo. Su base annua l’impennata registra un +6,7% (dati Istat), un incremento che non si registrava addirittura dal 1991. A trainare la risalita dei prezzi sono stati in particolare i beni di consumo energetici (+53%) e i carburanti (+38%). Sugli aumenti pesano sicuramente le ripercussioni del Covid-19 e della guerra russo-ucraina ma anche le forti speculazioni, su cui indagano Antitrust e le Procure di tutta Italia. Ma quanto peserà l’inflazione sulle tasche degli italiani? Le prime stime parlano di circa 2.700€ a famiglia.

L’indebitamento delle famiglie: i dati di CGIA Mestre

A lanciare l’allarme è l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, che parla chiaramente di un rischio indebitamento nell’immediato futuro. Il debito complessivo delle famiglie italiane al 31 dicembre 2021 è cresciuto di circa 22 miliardi rispetto al 2020, nonostante il reddito medio di un nucleo familiare abbia registrato un leggero incremento (+851€, ora a 22.237€).

La compagnia definisce lo scenario futuro come “critico“, ma senza paventare catastrofi all’orizzonte. Tra i dati presentati dall’Istituto colpisce l’indebitamento in aree come la provincia di Milano. L’ipotesi è che in questi territori, dove il reddito è superiore alla media, siano presenti forti esposizioni bancarie in settori chiave come quello immobiliare. Meno esposte al rischio indebitamento le famiglie italiane del Mezzogiorno, con Agrigento, Vibo Valentia ed Enna a chiudere la classifica. Le ricadute peggiori saranno visibili sulle famiglie economicamente più deboli, a rischio povertà ed esclusione sociale.

Sul fronte imprenditoriale sono soprattutto gli autonomi a pagare il salasso energetico e di trasporto-merci. La CGIA sottolinea come, di fatto, questa categoria si trovi a dover sopperire due volte all’incremento dei prezzi, sia in quanto individui domestici e al contempo lavoratori. Difficile resistere a lungo a simili pressioni.

Il vero spauracchio è tuttavia rappresentato dal nemico invisibile, vale a dire l’usura. Una piaga diffusa e complicata da estirpare che potrebbe allargare le proprie radici in un momento di crisi economica come quello attuale.