Dal petrolio al gas e ora il grano. L’offensiva di Mosca alle sanzioni imposte dalle principali forze NATO si sposta ora sul comparto alimentare, e in particolare sullo stop ai cereali. Le forniture verso i “Paesi nemici” quali Europa e Stati Uniti verranno dunque interrotte. Una decisione che era già nell’aria dopo le parole del primo ministro ucraino Denys Shmyhal alla Nazione, parlando di “crisi alimentare globale” provocata dal Cremlino. La conferma ufficiale è arrivata su Telegram dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
“Venderemo cibo e prodotti agricoli solo ai Paesi amici. Fortunatamente ne abbiamo molti, e non sono in Europa e Nord America. Non forniremo invece i nostri prodotti agricoli ai nostri nemici, da cui non compreremo nulla“
Stop alla fornitura di grano: le conseguenze per l’Italia
Lo stop alla fornitura di grano potrebbe comportare gravi conseguenze per l’Italia, visto che Russia e Ucraina sono soprannominate il “granaio d’Europa”. Tuttavia, Coldiretti chiarisce subito che le ricadute per il nostro paese saranno marginali.
“Nel 2021, l’Italia ha importato dal Paese di Putin circa 153 milioni di chili di grano, dei quali 96 milioni di chili di tenero per la panificazione e 57 milioni di chili di duro per la produzione di pasta”. “La Russia è diventato il principale esportatore mondiale di grano ma la dipendenza dell’Italia risulta limitata con appena il 2,3% del totale del grano importato dall’estero, tra duro e tenero”.
La Russia taglia le spedizioni di grano? Per l’Italia non è un problema https://t.co/qQ1nUo8tCc
— Coldiretti (@coldiretti) April 1, 2022
Ripercussioni indirette ci saranno ugualmente, dal momento che le semine previste in primavera sul territorio ucraino saranno fortemente al ribasso. Un taglio drastico in un regime fortemente protezionistico che inciderà in particolare sull’alimentazione degli animali. Senza contare i possibili sviluppi logistici che porterebbero al trasporto via treno e non più via mare, data la situazione a rischio sul Mar Nero. Il premier ucraino Shmyhal rassicura comunque gli alleati commerciali sulle possibilità di trovare delle alternative rapide ed efficaci.
Nel frattempo la fase prolungata di emergenza spinge verso un aumento delle aree coltivabili, anche se pare complicato ipotizzare di riuscire a soddisfare il bisogno attuale. In attesa della raccolta di grano autunnale, con le prime stime che parlano di un leggero rialzo (+0,5%) per il grano tenero e di una più marcata flessione per il grano duro (-1,4%).