In un’intervista a La Stampa, il commissario europeo al Mercato Interno, Thierry Breton, spiega che l’UE sta lavorando affinché l’Europa sia completamente indipendente dal gas naturale russo.
Breton ha infatti lavorato a un piano di contingenza che, attraverso un articolata serie di interventi, permetterebbe di sostituire completamente i 155 miliardi di metri cubi di metano che l’Ue importa da Mosca.
“Entro la fine dell’anno possiamo sostituire 50 miliardi di metri cubi di gas con l’aumento delle forniture di gas naturale liquefatto, anche se ovviamente bisogna incrementare la rigassificazione. Altri 10 miliardi via gasdotto, soprattutto a Sud, dal Nord Africa o dall’Est. Possiamo inoltre ridurre il consumo abbassando termosifoni e climatizzatori e accelerando il risparmio energetico: circa 14 miliardi. E poi spingere il biometano, così come i progetti per l’eolico e il solare: ulteriori 25 miliardi”, ha spiegato al quotidiano torinese.
In totale il piano arriverebbe a sopperire a circa 100 miliardi di metri cubi, il che in caso di interruzione improvvisa delle forniture avremmo un gap di una cinquantina di miliardi di metri cubi.
A tal proposito, Breton spiega che “in una situazione estrema avremmo bisogno di misure estreme”. “Si potrebbe decidere decidere di non chiudere le centrali a carbone, oppure di riaprirle. Questo ci permetterebbe di sostituire 20 miliardi di metri cubi di gas, di cui 14 dalla sola Germania. Stesso scorso per le centrali nucleari, che garantirebbero l’equivalente di 12,5 miliardi di metri cubi di gas” .
Questo piano – avvisa il commissario – non avverrà però senza difficoltà. L’UE si sta dunque preparando per una possibile interruzione delle forniture di petrolio e gas russo, anche nel caso in cui Mosca interrompa le forniture di sua iniziativa.
Riguardo alle possibilità che la crisi energetica, per ora limitata ai prezzi, rischi di trasformarsi in una crisi delle forniture che colpirebbe l’industria europea, Breton ha concluso: “È importante ricordare una cosa fondamentale: il mix energetico dipende esclusivamente dalle scelte degli Stati. Alcuni sono stati prudenti, hanno diversificato, garantendo la sicurezza degli approvigionamenti, altri no”.