Il gip di Brescia Angela Corvi ha convalidato il fermo di Davide Fontana, reo confesso dell’omicidio di Carol Maltesi. Il quadro descritto dal giudice mette in mostra elementi agghiaccianti che sottolineano il carattere brutale e sadico dell’uomo, smontandone l’alibi del gioco erotico. Alla base del folle gesto ci sarebbe stata la decisione della 25enne di Rescaldina di trasferirsi a Verona per stare accanto al figlio. Una scelta che Fontana non avrebbe ben digerito fino a commettere un delitto attentamente pianificato.
Davide Fontana, ritratto di un killer scrupoloso
Ciò che più sorprende oltre all’efferatezza dei modi è il profilo calcolatore e meticoloso del 43enne ex-dipendente bancario. Dalla ferocia con cui ha ucciso e fatto a pezzi il corpo di Carol, fino alla scelta di una villetta nel varesotto selezionata su AirBnb nel tentativo vano di bruciare il cadavere. Infine la nonchalance con cui lo stesso Fontana valutava positivamente l’immobile definendolo un “luogo magico immerso nella natura per trascorrere del tempo in totale relax”.
A completare il quadro inquietante contribuisce il fatto che il killer sia riuscito a spacciarsi per la vittima in un periodo temporale lungo tre mesi. Sarebbe stato proprio impadronendosi del cellulare di Charlotte Angie (nome d’arte dell’ex-pornoattrice) che Fontana avrebbe appreso dell’imminente trasferimento in Veneto della fidanzata. Infine, stupisce la tranquillità nel rispondere su WhatsApp ai principali contatti della ragazza, come se nulla fosse. Alla madre aveva scritto di trovarsi a Dubai essendo dunque impossibilitata a rispondere, ma per sua sfortuna il compleanno del figlioletto ha messo in allarme i genitori di Carol. Fino al ritrovamento dei sacchi neri della spazzatura qualche giorno fa a Borno, al confine tra le province di Bergamo e Brescia.
Omicidio Carol Maltesi, gip: uccisa perché voleva trasferirsi #DavideFontana https://t.co/DRCuWmpJCR pic.twitter.com/gRKIJ3FxZF
— Tgcom24 (@MediasetTgcom24) March 31, 2022
Il racconto di Davide ai pm e la versione del Gip
Già dal primo colloquio presso il pubblico ministero di Busto Arsizio Lorena Ghibaudo era emerso un identikit preciso di Davide Fontana.
“Non so che cosa sia successo. Lei si muoveva con la testa ed io continuavo a colpirla ma non so bene dove perché aveva il sacchetto in testa. A questo punto, resomi conto di cosa avevo fatto, le ho tolto il cappuccio e credo che fosse morta. Mi son reso conto di averle procurato molte ferite dalle quali perdeva molto sangue“. “Credo che fosse già morta ma, non sapendo che altro fare, le ho tagliato la gola con un coltello da cucina a lama liscia che poi ho buttato in un cestino dell’immondizia a Rescaldina. Mi è sembrato che fosse un atto di pietà, vedevo che stava soffrendo e ho concluso le sue pene tagliandole la gola“
Ancor più nette e insindacabili le parole del Gip Angela Corvi per decretare la convalida del fermo di Davide Fontana:
“La totale mancanza di ogni senso di umana compassione traspare limpidamente dalla complessiva condotta volta a distruggere il cadavere della Maltesi. Davvero macroscopico appare il pericolo di recidiva specifica del bancario, anche tenendo conto della inusitata gravità oggettiva e soggettiva dei fatti addebitati al Fontana, nonché alle sue modalità realizzative che denotano una indomita ferocia ed estrema pericolosità. C’è inoltre l’elevata probabilità che il Fontana commetta in futuro gravi delitti contro la persona, mentre non vi sono elementi per confidare realisticamente nella sua capacità di autocontrollo e o di autocustodia“.