Nella serata italiana di ieri è tornato a parlare Joe Biden. Il Presidente degli Stati Uniti d’America, questa volta ha dovuto affrontare il tema legato allo sblocco di 1 milione di barili di petrolio al giorno dalle riserve strategiche nazionali – per circa 6 mesi – con il chiaro intento di mettere freno all’aumento dei prezzi dell’energia a seguito delle sanzioni comminate alla Russia. Nel suo discorso di presentazione del piano, Biden si è scagliato contro le major petrolifere americane che – nonostante un profitto annuo di 80 miliardi – sembrano aver deciso di alzare improvvisamente i prezzi per ‘approfittare’ del momento.

 

USA, le parole di Biden contro le petrolifere

“Alcune società stanno aumentando la produzione, ma ad altre piace l’aumento dei prezzi. La ragione di questo è la guerra di Putin. E ora molte persone non comprano più petrolio russo nel mondo. Io ho vietato l’importazione di petrolio russo qui in America. Repubblicani e democratici al Congresso lo hanno chiesto e io l’ho sostenuto. Poiché il petrolio russo esce dal mercato globale, le forniture di petrolio scendono e i prezzi salgono. Ora l’aumento dei prezzi di Putin sta colpendo gli americani.”

Poi, sulla situazione generale, lancia un’altra stoccata al leader russo: “Non lasceremo che Putin strumentalizzi le sue risorse energetiche. È isolato.” Inoltre, Biden ha svelato che lo zar avrebbe “licenziato o messo ai domiciliari alcuni suoi consiglieri.” Una situazione che viene chiaramente monitorata con tutte le attenzioni del caso.

 

Sanzioni Russia, Biden pronto ad appesantirle

Ad onore del vero, la mossa del leader americano sembra aver in qualche modo sortito i primi effetti. Solo le indiscrezioni del piano hanno abbassato il prezzo dell’oro nero – di circa il 4% – nelle principali città del globo. Tutto questo dopo il record di oltre 130 dollari al barile toccato lo scorso mese. Inoltre, Biden ha annunciato di aver rimpolpato la blacklist russa aggiungendo altre 13 persone e 21 società.