“Se ci fosse stato Artemio Franchi…”. Nei giorni dell’eliminazione (certa) dell’Italia dai mondiali di calcio in Qatar e del ripescaggio (molto improbabile) per l’eventuale esclusione dell’Iran, tra gli addetti ai lavori è tornato in mente quel grande dirigente del calcio italiano e internazionale di cui Firenze, sua città natale, celebra in questi giorni il centenario della nascita da genitori senesi.
Era stato presidente della Federcalcio e dell’Uefa e vicepresidente della Fifa e da tutti gli veniva riconosciuta una eccezionale capacità diplomatica, quella qualità che sarebbe stata utile per conciliare le esigenze dei club e quelli della nazionale di Roberto Mancini, che ha avuto pochi giorni a disposizione per preparare l’accesso a Qatar2022, e ora che l’Iran rischia di essere escluso dal Mondiale per non aver consentito a duemila donne di assistere alla gara di spareggio della loro squadra.
Franchi, anche dopo la sua morte avvenuta il 12 agosto del 1983, riuscì a mettere d’accordo fiorentini e senesi che gli hanno dedicato lo stadio, sebbene il record dell’intitolazione spetti a Castelnuovo Berardenga, il paese considerato la porta del Chianti.

A Firenze da tutto il mondo per onorare il grande dirigente del calcio

Insomma, guelfi e ghibellini, uniti nella stima per il Dottore, come lo chiamavano a Siena i contradaioli della Torre che lo vollero capitano dal ‘71 fino alla morte trovata sulla via Lauretana, la strada che attraversa le Crete Senesi, mentre andava a incontrare il fantino Silvano Vigni detto Bastiano. Dietro una curva maledetta l’impatto fatale con un camion e la fine. A Siena erano i giorni del Palio di agosto. La città rimase stordita e nel nome di Artemio Franchi trovò la concordia, quella faziosa armonia che nei momenti più difficili fa andare d’accordo Oca e Torre, Nicchio e Valdimontone, acerrime rivali nella corsa.
Per onorare Franchi arrivano a Firenze i massimi dirigenti del calcio mondiale e, forse, chissà, tra una cerimonia e l’altra, magari si parlerà di un ripescaggio, molto improbabile ma da non escludere, della nazionale azzurra. Sarebbe un ulteriore miracolo sportivo nel nome del Dottore.

Stefano Bisi