Guerra in Ucraina, in vista di nuovi negoziati tra Kiev e Mosca

E’ il trentatreesimo giorno del conflitto russo ucraino.

Si riaccendono le speranze per un definitivo cessate il fuoco.

Domani e dopodomani Kiev e Mosca si incontreranno per un nuovo round di negoziati. L’appuntamento è stavolta in Turchia: non si fermano i tentativi del presidente Erdogan di trovare una strada per la pace.

Guerra in Ucraina, dialogo tra Zelensky e Draghi

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky afferma di essere pronto ad accettare lo status di neutralità dell’Ucraina come parte di un accordo duraturo con la Russia.

In una telefonata il premier Draghi ha ribadito al presidente Zelensky il pieno sostegno dell’Italia all’Ucraina.

“Apprezziamodice Zelensky su twitter la volontà dell’Italia di partecipare alla creazione di un sistema di garanzie di sicurezza per l’Ucraina”.

Intanto continua a far discutere la decisione russa di accettare dai cosiddetti ‘Paesi ostili’ solo pagamenti in rubli e non più in dollari o euro per le forniture di gas.

Il G7 ritiene che la pretesa sia “inaccettabile” e che consista in una violazione unilaterale dei contratti esistenti, ma anche i privati si oppongono.

“L’Eni non pagherà il gas russo in rubli”, ha fatto sapere l’amministratore delegato del gruppo energetico italiano Claudio Descalzi.

Dichiarazioni alle quali Mosca ha risposto dicendo che “non farà beneficenza”.

Intanto il sindaco di Irpin, la città alle porte di Kiev, Alexander Markushin annuncia:

“la città è stata liberata dal male di Mosca”.

Quanto alla situazione umanitaria, oggi come annunciava la vicepremier del Paese, Iryna Vereshchuk, l’Ucraina non ha aperto corridoi umanitari, a causa dei rischi di sicurezza per i civili. Secondo la vicepremier, nei rapporti dell’intelligence ucraina è stato evidenziato il rischio di “possibili provocazioni” di Mosca lungo i corridoi.

La situazione più grave continua ad essere registrata a Mariupol, città nel Sud del Paese dove, secondo le parole del sindaco, Vadym Boychenko, sono rimaste bloccate almeno 160.000 persone, senza elettricità e con scarse riserve alimentari e idriche.