La mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali 2022 ha fatto tornare d’attualità un tema: lo spazio (poco) concesso ai giovani nel campionato italiano. L’Italia non è virtuosa in questo senso e la conferma è arrivata dallo studio pubblicato dal CIES Footbal Observatory, l’organizzazione indipendente di ricerca e studi sullo sport con sede in Svizzera.
Prendendo in considerazione tutte le prime serie in Europa, l’Italia si colloca al terzultimo posto per minutaggio concesso agli Under 21 nei match disputati dal 1° gennaio 2021 al 21 marzo 2022. Appena il 3,9%, peggio della Serie A ci sono soltanto la Super League greca (3,2%) e la Super Lig turca (2,3%). Non solo poco spazio, ma anche un’età media alta. In Italia i giocatori hanno in media 27,4 anni, al quinto posto in Europa. Tra i campionati “virtuosi” ci sono la Superliga danese (16,5%), la Bundesliga austriaca (13,3%) e la Super Liga serba (12%). L’età media più bassa, invece, si registra nella massima serie croata: 25,3 anni.
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— CIES Football Obs (@CIES_Football) March 28, 2022
In Serie B non va meglio
Se si guarda i campionati di seconda serie non va meglio all’Italia. Si parla tanto dei giovani azzurri che si stanno mettendo in mostra in Serie B (come Lorenzo Lucca), ma anche tra i cadetti c’è poco spazio per gli under 21. Questi hanno giocato solo il 4,9%: la Serie B si piazza davanti solo alla 2. Bundesliga tedesca, mentre fanno meglio la Segunda Division spagnola (6,1%), Championship (8,1%) e Ligue 2 (8,6%).
Nicolato: “Giovani in Nazionale maggiore valgono più delle vittorie”
Tra chi ha lanciato l’allarme sull’impiego dei giovani c’è il ct dell’Italia Under 21 Paolo Nicolato. “Se continuiamo così dovremo pescare dalla Serie C o trovare oriundi” aveva detto Nicolato, ponendo l’attenzione su un argomento che merita riflessioni. Lo stesso è intervenuto oggi in conferenza stampa, alla vigilia di Italia-Bosnia, parlando del lavoro svolto dalla sua Under 21: “Probabilmente tutti giudicano il lavoro solo in base alla qualificazione ottenuta o meno, o dei risultati, ma nella mia autoanalisi invece c’è molto spazio sul lavoro di preparazione di un giocatore per la Nazionale maggiore – spiega – Questo ci gratifica quindi molto e credo che ciò debba gratificare tutto il Club Italia perché è un lavoro che non ho fatto solo io, ma che abbiamo fatto in tanti. Avere dei ragazzi che si affacciano così presto, visto i nostri parametri, alla Nazionale maggiore, per me è un qualcosa di più importante delle vittorie“.