Dopo un mese dall’inizio del conflitto che ha coinvolto Russia e Ucraina, diversi Paesi europei hanno manifestato la volontà di armarsi. Nel dettaglio si è parlato soprattutto della posizione della Nato. In poche settimane, la stessa ha stanziato diversi contingenti in Europa orientale e ribadito la necessità di aumentare le spese militari.

L’Italia, insieme ad altri Paesi, ha dichiarato l’intenzione di aumentare i fondi per la difesa dall’1,6 al 2 per cento del prodotto interno lordo. Nel dettaglio il nostro paese porterebbe la sua spesa militare dagli attuali 25 miliardi di euro a 38 miliardi. Questa cifra rappresenta circa la metà di quanto l’Italia spende per l’istruzione e un terzo di quanto spende per la sanità.

La spesa per la difesa è tendenzialmente diminuita dal dopoguerra in avanti, con una leggera crescita negli ultimi anni. Il 16 marzo, la Camera dei Deputati ha dato mandato al Governo di aumentare il budget per la difesa, ma col passare dei giorni la maggioranza che sostiene Mario Draghi si è divisa.

Arrivano le parole del ministro della difesa Lorenzo Guerini

In risposta sono arrivate le parole dell’attuale ministro della difesa Lorenzo Guerini che si sofferma sull’obiettivo di portare al 2% del Pil entro il 2024 le spese militari e di come questo faccia parte di un impegno assunto con la Nato. Di conseguenza il Governo deve continuare a sostenerlo.

La risposta dei partiti sull’aumento spese militari

Il primo ad intervenire sul fronte politico è stato il M5S con il suo leader Giuseppe Conte. Quest’ultimo ha espresso una sua posizione ferma: “Noi diciamo no a un incremento massiccio delle spese militari a carico del bilancio dello Stato. Di fronte all’instabilità di questo conflitto non si può rispondere con una reazione emotiva e alcune spinte a un riarmo indiscriminato“.

Anche dagli alleati arriva una voce e nello specifico dal Pd. Il segretario Errico Letta non ha commentato direttamente, ma ha citato su Twitter l’ex ministro Beniamino Andreatta: “Non vi è prospettiva di un mondo più civile se le potenze sfuggono le responsabilità, se la sicurezza collettiva non trova armi e soldati per far vivere sul campo la pace“.

In ultimo la posizione della Lega. Pur avendo votato alla Camera sull’aumento delle spese militari, ha visto il leader Matteo Salvini molto critico: “Stiamo uscendo faticosamente da due anni di pandemia e stiamo entrando nel secondo mese di un conflitto alle porte dell’Europa e ci sono uomini di Stato e di governo che parlano con troppa facilità di bombe, armi e missili. Addirittura dall’altra parte dell’Oceano c’è chi parla di nucleare“.