Ora legale 2022: per l’Italia è un risparmio ma c’è chi la vuole abolire
Anche questa volta ci siamo. Tra qualche ora, per la precisione nella notte tra sabato 26 e domenica 27 marzo, l’Italia sposterà avanti di un’ora le lancette dell’orologio. Una consuetudine che determina, a partire dalle 2 di notte, lo spostamento dell’alba e del tramonto di 60 minuti.
Ora legale 2022: quando cambia
Come detto nel nostro Paese, tra sabato 26 e domenica 27 marzo, entra in vigore l’ora legale. Lo spostamento in avanti di un’ora durerà la bellezza di 7 mesi e si tornerà ad avere un’ora in meno di luce solare solo a partire dalla notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre, con il passaggio all’ora solare. La convenzione di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo è diventata dal 1980 una regola dell’Unione Europea.
Lo scopo della direttiva del Consiglio europeo
Il passaggio tra ora solare e ora legale viene introdotto “con l’obiettivo di armonizzare progressivamente le date di inizio e di fine dell’ora legale”. 14 anni dopo, nel 1994, con una seconda direttiva il Consiglio europeo stabilisce l’inizio e la fine dell’ora legale “dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre in tutti gli Stati membri”.
C’è chi risparmi e chi non la vuole
Il passaggio dall’ora solare all’ora legale è una convenzione introdotta per beneficiare un’ora in più della luce solare e di conseguenza per risparmiare sull’energia. In Italia c’è una società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, si chiama Terna ed ha stabilito il risparmio medio del nostro Paese nei mesi di introduzione dell’ora legale in circa 190 milioni di euro, con un risparmio energetico di 420 milioni di kilowattora.
“Stiamo parlando di un importante beneficio ambientale, quantificabile nella riduzione di circa 200 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Spostando in avanti le lancette di un’ora, si ritarda l’uso della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento”.
Non tutti i Paesi però sono allineati rispetto agli effetti benefici del cambio dell’ora. Gli Stati del Nord Europa, ad esempio, ormai da anni si battono per chiederne l’abolizione. Nel 2018 il parlamento europeo ha approvato con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astenuti la proposta di porre fine all’ora legale lasciando però libera scelta agli Stati membri.