Il 13 novembre 2017 era stato definito “l’Apocalisse” del calcio italiano: azzurri fuori dai Mondiali per la prima volta dopo 60 anni. Sono passati 1592 giorni da quella notte e l’incubo si è ripresentata davanti. Per due edizioni di fila la Nazionale non parteciperà alla massima competizione internazionale, quella vinta per ben quattro volte dall’Italia. Eppure dopo la notte da favola di Berlino nel 2006, gli azzurri non hanno più brillato ai Mondiali. Due eliminazioni alla fase a gironi (2010 e 2014) e due mancate qualificazioni (2018 e 2022). Se tutto andrà bene, potremo rivedere l’Italia ai Mondiali solo nel 2026 quando la manifestazione verrà ospitata da Stati Uniti, Messico e Canada.
Quattro anni a disposizione per ripartire dalle macerie di Palermo perché quello di ieri è stato il peggior fallimento nella storia del calcio italiano. I campioni d’Europa in carica non parteciperanno ai Mondiali e basta questo per descrivere il momento. Il successo all’Europeo ha soltanto messo per un attimo la polvere sotto al tappeto, ma c’è un sistema che ha bisogno di novità per rilanciare il movimento. Da cosa (e da chi) si riparte?
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Gravina, nessun passo indietro. Resta Mancini?
Bisogna partire dal “vertice” della piramide federale. A differenza del 2017, stavolta non ci sarà alcun passo indietro da parte del presidente FIGC Gabriele Gravina che si è già detto pronto a rilanciare il suo progetto “a testa alta”. Il numero uno federale, però, ha parlato di “progettualità monca che deve fare riflettere con pochissimi selezionabili” e di formazioni primavera soltanto con il 30% di giocatori italiani. Serviranno riforme (vere) per rimettere al centro del progetto i giovani italiani, ma serviranno anche investimenti nelle infrastrutture che oggi mancano al calcio italiano.
L’altro rebus riguarda Roberto Mancini. Ieri sera, nel post partita del Barbera, è stato vago sul suo futuro. Ha un contratto a lungo termine (scadenza 2026), ma la sensazione è che la sua avventura possa essere arrivata al capolinea. Gravina lo vorrebbe ancora alla guida della Nazionale, ma si vedrà nelle prossime settimane.
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Da Chiesa a Zaniolo: la linea verde per ripartire
La partita di Palermo, inoltre, chiuderà l’avventura in Nazionale per molti giocatori. Chiellini, Bonucci, Insigne e tanti altri sono al capolinea azzurro, chiudendo dunque un ciclo. Bisognerà ripartire dai giovani, prima per conquistare la qualificazione all’Europeo 2024 (sorteggio il 9 ottobre 2022 a Francoforte) e poi la corsa verso il Mondiale 2026.
Ci sono tanti giovani interessanti già presenti in rosa che potranno garantire il futuro alla Nazionale. Da Scamacca a Zaniolo, passando per Donnarumma, Bastoni, Tonali, Barella, Chiesa e Lorenzo Pellegrini. Loro potrebbero essere i pilastri dell’Italia che verrà. Ma occhio anche alla linea verde per il bomber, quella figura che è mancata negli ultimi anni. Scamacca e Raspadori si candidano a un ruolo da protagonista, ma scalpitano anche Luca Moro e Lorenzo Lucca. Tanti altri sono pronti a convincere il ct che guiderà l’Italia nei prossimi anni.