Sciopero 25 maggio 2022, venerdì nero per trasporti e scuola. Oggi tutti in piazza per diverse protese che rischiano di creare parecchi disagi in Italia. Si fermano trasporti e scuola, in più faranno sentire la loro voce le ragazze e i ragazzi di Fridays for Future che, al grido di Persone, non profitti, manifesteranno per lo sciopero globale di oggi, venerdì  25 marzo. In ben 679 piazze in tutto il mondo, dalla Svezia di Greta Thunberg all’Uganda di Vanessa Nakate, passando per Stati Uniti e Italia, dove sono previsti 78 cortei. Tutti gli scioperi di oggi.

Sciopero 25 marzo 2022: trasporti

Uno sciopero nazionale di 24 ore è stato proclamato per oggi, venerdì 25 febbraio. Coinvolto il trasporto pubblico locale – quindi bus, tram, metropolitane e ferrovie locali – nel rispetto delle fasce di garanzia e secondo modalità locali. A proclamarlo FILT CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI, FAISA CISAL che in un comuinicato hanno spiegato:

“Le scriventi Segreterie Nazionali, facendo seguito alla prima astensione dal lavoro, si trovano costrette a proclamare una seconda azione di sciopero nazionale di 24 ore per il giorno 25 febbraio 2022 di tutte le lavoratrici e i lavoratori dipendenti delle imprese cui si applica il CCNL Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità TPL), che hanno diritto al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro e al miglioramento delle condizioni lavorative, sia normative che salariali”.

Lo sciopero, con le differenti declinazioni locali, è della durata di 24 ore con astensione dalle prestazioni lavorative dalle 8:30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio. Ossia sono previste alcune fasce garantite per metro, treni e bus. I trasporti potrebbero fermarsi dalle 8.45 alle 15 e in serata poi dopo le 18. Nelle rimanenti ore invece dovrebbero andare, ma potrebbero esserci ritardi e cancellazioni.

Coinvolte diverse città italiane. Tutti i mezzi di trasporto vanno a singhiozzo o addirittura si fermano del tutto. Particolari disagi a Milano, Roma, Torino e Napoli.

Sciopero 25, marzo 2022, si ferma la scuola

Lezioni a rischio oggi per lo sciopero nazionale della scuola indetto dai sindacati Anief, Flc Cgil e Sisa per tutto il personale dirigente, docente, educativo ed Ata. Si asterranno dal lavoro per l’intera giornata lavorativa docenti, dirigenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti scolastici pubblici e privati aderenti alle sigle sindacali ma anche docenti Universitari e tutto il personale della formazione professionale. Lo sciopero nasce da una protesta contro le politiche del governo in tema di istruzione, come il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro, la mancata assegnazione di un’indennità di rischio Covid-19 e la riduzione del numero di alunni per classe, ma anche per il clima e contro la guerra. Lo sciopero sarà in contemporanea con le manifestazioni per il Friday For Future indette per oggi.  Marcello Pacifico, presidente Anief, Associazione Nazionale Insegnanti E Formatori:

“Abbiamo atteso fin troppo tempo. La nostra fiducia non è stata però ripagata: l’accorso sul rinnovo del contratto si basa su risorse insufficienti e quello sulla mobilità è addirittura peggiorativo rispetto al 2021; la gestione del personale in tempo di Covid si è poi trasformata in un vero accanimento contro i non vaccinati; per non parlare del reclutamento, che continua a non prevedere il doppio canale e la conferma di chi è stato assunto con riserva. Lo sciopero del 25 marzo servirà a ricordare tutto questo”. 

Friday For Future

Oggi venerdì 25 marzo tornano gli scioperi per il clima di Fridays For Future, a tre anni di distanza dal primo del 2019. Le manifestazioni si terranno in tutto il mondo: dalla Nigeria al Belgio, dal Perù al Bangladesh. I temi toccati sono principalmente due: la giustizia climatica e la guerra in Ucraina. La divisione italiana diverge lievemente, però, aggiungendo tra i temi anche la scuola, e non riferendosi specificamente alla guerra in Ucraina, bensì a tutte le guerre.

“Il catastrofico scenario climatico che stiamo vivendo è il risultato di secoli di sfruttamento e oppressione attraverso il colonialismo, l’estrattivismo e il capitalismo, un modello socio-economico essenzialmente difettoso che deve essere sostituito con urgenza. Un sistema in cui le nazioni ricche sono responsabili del 92% delle emissioni globali, e l’1% più ricco della popolazione mondiale è responsabile del doppio dell’inquinamento prodotto dal 50% più povero. Guidati dalle lotte storiche e dalle esperienze vissute, guidati dalle persone e dalle aree più colpite (MAPA), chiediamo risarcimenti per il clima”.

Si legge su sito di Fridays For Future.#PeopleNotProfit è lo slogan scelto in tutto il mondo: basta mettere a rischio il futuro e la vita di miliardi di persone per nutrire gli interessi di pochi.

Lo sciopero per il clima, motivazioni

Lo sciopero di oggi 25 marzo è stato proclamato per chiedere che i paesi del Nord del Mondo garantiscano dei risarcimenti climatici alle comunità più colpite e che i leader mondiali smettano di fare discorsi pieni di greenwashing e intraprendano una vera azione per la salvaguardia del clima. Si legge sul sito di Fridays For Future. I risarcimenti climatici richiesti non sono beneficenza, ma fanno parte di un processo di giustizia trasformativa in cui il potere politico tornerà alle persone e alle comunità. Non dovranno essere concessi sotto forma di “prestiti”, ma di “finanziamenti”, come una risposta alle richieste delle comunità indigene ed emarginate; per restituire le terre alle comunità, dare risorse a quelle più colpite dalla crisi climatica affinché possano adattarsi e compensare le perdite e i danni. Per una ridistribuzione della ricchezza globale, della tecnologia e dell’informazione, e del potere politico dal Nord globale al Sud globale e dall’alto al basso.

Siamo stanchi di sentire le bugie scritte ad hoc dai pubblicitari delle multinazionali del fossile e dai governi che le sostengono. Questa volta scenderemo in piazza non solo per presentare le nostre richieste, ma per creare sistemi più ampi basati sull’amore, l’empatia e la cura delle nostre comunità che metteranno al primo posto la cura delle persone piuttosto che il denaro. Ci riuniremo il 25 marzo 2022 sotto l‘hashtag #PeopleNotProfit e continueremo a riunirci per la nostra visione condivisa di un pianeta migliore che sia equo verso tutti i suoi abitanti.

Spiega Martina Comparelli di Milano, una dei portavoce del movimento italiano.

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