Dal caro carburante all’intervento dello Stato. Il taglio delle accise da parte del Governo di 25 centesimi più IVA, per un mese, ha permesso di ridurre il costo dei carburanti di benzina e diesel, rendendo meno pesante il costo di un pieno. La misura di sostegno, provvisoria e non strutturale, non è piaciuta a diverse associazioni in quanto i prezzi dei combustibili rimangono ancora alti. Soprattutto se paragonati al 2021. Al 7 dicembre ad esempio si attestavano benzina sui 1,733 euro e diesel 1,597 euro al litro.

Caro carburante e Governo. I prezzi di benzina e diesel al 23 Marzo

Secondo i dati aggiornati a ieri 23 marzo, grazie all’intervento dello Stato, il prezzo medio della benzina in modalità self è sceso a 1,881 euro al litro, con diversi marchi compresi tra 1,836 e 1,946 euro al litro. In modalità servito, invece il prezzo medio della benzina è di 2,047 euro al litro, con diversi marchi compresi tra 1,958 e 2,118 euro al litro.

Per quanto riguarda il diesel, la media in modalità self è di 1,862 euro al litro, con le compagnie posizionate tra 1,812 e 1,926 euro al litro. Per quanto riguarda i prezzi in modalità servito, la media è di 2,032 euro al litro, con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,946 e 2,097 euro al litro.

Nuovi problemi legato al caro carburanti

Il problema è che, adesso, il taglio delle accise inizia ad essere eroso dal nuovo aumento delle quotazioni del petrolio che stanno spingendo le aziende petrolifere ad alzare i prezzi ‘suggeriti’ dei carburanti.

Ad esempio, l’Eni, l’Ente Nazionale Idrocarburi, ha alzato il prezzo raccomandato su benzina e diesel di 6 centesimi al litro. Questo rialzo dunque, ha invalidato circa un quinto dei benefici del taglio delle accise messi in atto dal Governo. Il greggio continuerà a salire? Probabilmente sì, e nei prossimi giorni ci potrebbero essere ulteriori aumenti del costo del carburante che porteranno  a mangiarsi ulteriormente i benefici del taglio delle accise.

 

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