Continua il caos in casa Juventus. Dopo le situazioni legate alle plusvalenze, quest’oggi sono avvenute nuove perquisizioni in tutte le sedi legali in Italia in seguito all’accusa di presunto falso in bilancio. Con un ordine esecutivo, firmato dai magistrati Marco Gianoglio, Ciro Santoriello e Mario Bendoni. La Guardia di Finanza di Torino ha eseguito molte perquisizioni nella giornata di oggi, in tutta Italia. L’indiscrezione, è stata lanciata da La Stampa, nella tarda serata di quest’oggi. L’indagine riguarda le quattro mensilità di stipendi a cui i calciatori bianconeri hanno rinunciato nel periodo del lockdown. Ovvero quelle riguardanti i mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio del 2020. Oggetto delle perquisizioni e motivo di ulteriori approfondimenti sarebbero alcune scritture private tra società e calciatori relative alle retribuzioni nelle stagioni 2020/2021 e 2021/2022.
Juventus, accusa di falso in bilancio sugli stipendi dei giocatori: nuove perquisizioni della Guardia di Finanza https://t.co/aBnvOv3nKF pic.twitter.com/ARxQB7LKq0
— Calcio e Finanza (@CalcioFinanza) March 23, 2022
Indagine legata alle plusvalenze
Questi accordi privati sono stati depositati negli studi legali della Juventus: nelle città di Torino, Roma e Milano. L’indagine dunque, è relativa dunque alle annate post Covid e ad un presunto falso in bilancio. Quest’ultima va a ricollegarsi, a quella relativa alle Plusvalenze. Portata avanti dalla Procura della Repubblica nel mese di dicembre. In quel caso, la Procura stava e sta tutt’ora indagando sull’ipotesi di reato di false comunicazione ed emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte del Presidente Agnelli e dai dirigenti delle aree economiche e della gestione sportiva. Al registro degli indagati, sono stati iscritti dunque Andrea Agnelli, l’ex ds della Juve ora al Totthenam Fabio Paratici e il vice presidente Pavel Nedved. Avvisi arrivati anche ad altri tre dirigenti dell’area finanziaria bianconera. Entrambe le operazioni sono portate avanti dalla Guardia di Finanza. All’epoca, la Procura della Repubblica rese noto il tutto tramite un comunicato.