Si accettano solo rubli. Il fronte economico della guerra russo-ucraina si arricchisce di un nuovo capitolo, con la decisione della Russia di non accettare più il dollaro e l’euro per il pagamento delle forniture di gas provenienti dalla Federazione Russa. L’annuncio è stato dato da Vladimir Putin in persona, ed è strategica per la valuta locale:
“Ho preso la decisione di attuare una serie di misure per passare al pagamento in rubli per il nostro gas consegnato a Paesi ostili, e di rinunciare a tutte le valute che sono state compromesse. (…) Non ha senso spedire le nostre merci nell’UE e negli Stati Uniti e ricevere il pagamento in dollari ed euro”.
Con questo annuncio, indirizzato a tutti i Paesi “ostili”, il Presidente della Federazione Russa così pone le basi per una risalita del rublo, che torna così ad essere una valuta di scambio internazionale non secondaria.
Pagamento del gas in rubli: la moneta russa torna a crescere
La mossa strategica si deve anche inquadrare con la prossima riapertura della borsa valori di Mosca: la Banca di Russia ha confermato per domani la giornata di inizio negoziazioni del Moex (il listino azionario russo), dalle 9:50 del mattino alle 2 del pomeriggio. Con delle limitazioni: la vendita allo scoperto sarà infatti vietata. Nel mentre prosegue la crescita del valore del rublo, dopo il dato minimo di 0,0071 euro registrato lo scorso 11 marzo.
E il prezzo del gas torna a salire
Dopo l’annuncio di Putin, il prezzo del gas è salito di quasi un terzo del suo valore: il rialzo massimo è arrivato al 34% fino al prezzo di 125 euro per Mwh (megawattora). La Commissione dell’Unione Europea, già in tarda mattinata, aveva proposto di fare fronte comune per l’acquisto delle forniture di gas. Un po’ come aveva fatto per l’acquisto dei vaccini dalle case farmaceutiche solo un anno fa.
Draghi: “Sul caro energia risposta deve essere anche europea”
Nel corso del suo intervento alla Camera dei deputati in vista del consiglio europeo di giovedì 23 e venerdì 24, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato anche di energia, auspicando una risposta non solo Nazionale, ma europea:
“Il Governo è consapevole della necessità di ulteriori interventi, ma la risposta a difesa di consumatori e imprese deve essere europea. Dobbiamo arrivare a una gestione davvero comune del mercato dell’energia. È auspicabile un coordinamento tra Commissione e Stati membri sulla diversificazione degli approvvigionamenti di gas, soprattutto di gas liquido. Serve un approccio condiviso sugli acquisti e sugli stoccaggi, per rafforzare il nostro potere contrattuale verso i Paesi fornitori e tutelarci a vicenda in caso di shock isolati. La creazione di un tetto europeo ai prezzi del gas è al centro di un confronto che abbiamo avviato con la Presidente von der Leyen. Vogliamo poi spezzare il legame tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità, che è in parte prodotta da fonti alternative, il cui prezzo non ha molto a che vedere con quello del gas. È essenziale puntare in modo deciso sull’energia rinnovabile e dare un ruolo centrale alla sponda sud del Mediterraneo. Su tutti questi fronti, auspico che il Consiglio europeo prenda decisioni ambiziose che possano essere rapidamente operative”.