Guerra Ucraina, Bonafè del Partito Democratico ha commentato l’attuale situazione del conflitto e il ruolo assunto da Italia ed Europa.
Guerra Ucraina, Bonafè: “Nell’UE serve una politica comune sulla sicurezza”
La guerra in Ucraina giunge al suo ventottesimo giorno e ancora non si vede lo spiraglio per un cessate il fuoco e una risoluzione pacifica del conflitto.
Simona Bonafè, deputata del Partito Democratico al Parlamento Europeo, è intervenuta su Radio Cusano Campus, ai microfoni de L’Italia s’è desta, programma curato e condotto dal direttore Gianluca Fabi, per commentare come Italia ed Europa stanno agendo in relazione alla guerra in corso in Ucraina.
In primo luogo, la Bonafè ha chiamato in causa l’Europa che, di fronte al cambiamento in atto, dovrà decidere quale dovrà essere il suo ruolo. Un ruolo che, come auspicato anche dal professor Massimo Cacciari, dovrà essere autonomo e da protagonista.
“L’Europa deve decidere se vuole essere protagonista o solo spettatrice del nuovo contesto geopolitico. Noi scontiamo ritardi su politica della sicurezza.
L’UE fa parte della Nato ma deve ritagliarsi il proprio ruolo autonomo. Da solo, nessuno stato va da nessuna parte. Si sta creando la situazione per agire insieme come Europa e sviluppare una politica di sicurezza comune. È il momento di farlo”.
“L’Italia aveva l’obbligo morale di schierarsi con l’Ucraina”
L’Italia, secondo la Bonafè, aveva quindi il dovere di schierarsi al fianco dell’Ucraina e di lavorare, adesso, per raggiungere al più presto una soluzione diplomatica.
“Siamo di fronte a un popolo aggressore che ne ha aggredito un altro e questo ci riporta indietro nella storia a tempi bui, perché è la prima volta che succede dopo tanto tempo.
Zelensky alla Camera ha fatto un intervento di grande dignità e speranza, nonostante lui e il suo paese siano sotto le bombe ogni giorno. Avrebbe potuto spostare il governo in Polonia ma decidendo di rimanere nel suo paese, ha impedito a Putin di entrare in Ucraina e conquistarla.
Come governo dobbiamo lavorare per i corridoi umanitari sicuri e per il cessate il fuoco. Una cosa che l’opinione pubblica non conosce, è che gli unici corridoi umanitari sicuri sono quelli verso la Russia, non verso gli altri paesi europei.
Il nostro compito è aiutare il popolo ucraino e intervenire con le sanzioni verso la Russia”.
La deputata del PD al Parlamento Europeo ha voluto, così, anche rispondere a chi contesta la scelta dell’invio di armi all’Ucraina, richiamando l’articolo 11 della Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra”).
“Siamo tutti pacifisti. Al tempo stesso, però, non possiamo girarci dall’altra parte. Il nostro compito è creare le condizioni per aprire il canale diplomatico, ma dobbiamo anche permettere all’Ucraina di poter essere a quel tavolo.
L’Italia ripudia la guerra ma la Costituzione dice che la ripudia come strumento di offesa a un popolo. Qui c’è stato un popolo che è stato offeso e ha il diritto di opporsi a questo attacco e noi dobbiamo dargli la possibilità di difendersi e contribuire a questa difesa, come hanno fatto altri paesi europei. Tutti vogliamo evitare un’escalation, e infatti Zelensky non ha parlato di no fly-zone, perché sa bene che la risposta sarebbe negativa”.
In questo senso, la Bonafè rimarca l’importanza delle sanzioni decise dai paesi occidentali nei confronti della Russia.
“Le sanzioni sono lo strumento per non girarci dall’altra parte ma anche per evitare Terza Guerra Mondiale.
L’Europa ha messo in campo quattro pacchetti di sanzioni, emanati in tempi rapidissimi e in modo coordinato, senza esitazioni e con unità. Sono azioni che mettono in difficoltà l’economia russa e speriamo spingano il regime a sedersi a un tavolo per trattare.
C’è un altro pacchetto che, però, sta creando qualche discussione in Europa, ma negli altri c’è stata unità, come già successo durante la pandemia”.
Su Vladimir Putin: “La guerra-lampo è fallita ma nessuno sa cosa voglia fare ora”
Infine, sollecitata su quali possano essere le mosse future della Russia di Vladimir Putin, la Bonafè ha evidenziato come il fallimento dell’iniziale proposito di una ‘guerra-lampo’ renda imprevedibili le decisioni future del presidente russo.
“Nessuno oggi può sapere dove Putin voglia arrivare. C’è chi teme un’escalation dopo la conquista dell’Ucraina. Credo però che lui abbia sottovalutato la resistenza ucraina e anche l’opposizione dell’Europa. Credo si aspettasse maggior esitazione dell’Europa sui provvedimenti. Il piano di una ‘guerra lampo’ è fallito ma ora non si capisce cosa voglia fare.
Come Europa, dobbiamo fare in modo che si apra lo spazio per il dialogo e, soprattutto, per i corridoi umanitari”.
Il link per riascoltare il podcast dell’intervento della deputata del Partito Democratico al Parlamento Europeo Simona Bonafè a L’Italia s’è desta: https://www.radiocusanocampus.it/podcast/on-simona-bonafe-deputata-del-partito-democratico-al-parlamento-europeo/