Donne transessuali bloccate al confine ucraino. L’Ucraina dei rifugiati e l’Ucraina di chi resta. Un paese che sta cercando di evacuare i propri civili, ma non tutti hanno le stesse possibilità.

Donne transessuali bloccate al confine ucraino: “vogliamo vivere”

Se la guerra è un calvario, quello che stanno affrontando le donne transessuali che devono sottostare agli obblighi della legge marziale è uno dei peggiori paradossi che questo conflitto contemporaneo ha innescato.
Secondo la normativa vigente in Ucraina, che stabilisce quali sono le regole emergenziali per fronteggiare la guerra, i cittadini uomini di età compresa tra i 18 e i 60 anni non possono trasferirsi all’estero, per loro vige l’obbligo giuridico, morale e civile di imbracciare le armi e difendere la patria sotto attacco.

Un percorso burocratico e clinico

In Ucraina, il cambio di genere e nome sul passaporto fa parte di un lungo percorso non solo burocratico, ma anche clinico con tanto di valutazione psichiatrica. E se sul passaporto vengono ancora indicate generalità maschili nonostante il cambio di sesso effettuato, alcuni documenti non riportano tracce anagrafiche al femminile.
Per questo motivo, il Paese di Zelensky sta cominciando a contare centinaia di donne transgender respinte ai valichi di confine mentre tentano di lasciare i luoghi presi di mira dal Cremlino. Almeno il 90% dei casi, secondo alcune stime che gli attivisti hanno diffuso.

La denuncia di Insight

Olena Shevchenko, l’attivista a capo dell’organizzazione Insight, organizzazione Lgbtq+ ucraina impegnata per i diritti umani racconta che “le guardie di frontiera stanno impedendo l’uscita dal Paese anche alle persone trans con un certificato valido che riflette il loro nuovo genere.
Judis, una donna trasngender, parla al The Guardian di controlli alle mani, alle braccia e al collo per cercare il pomo d’Adamo. ” Ti spogliano e ti toccano ovunque”, dice, “puoi vedere sui loro volti che si stanno chiedendo ‘cosa sei?’ come se fossi una specie di animale o qualcosa del genere”.

L’Ucraina al 39esimo posto su 49 paesi europei

A dozzine sono state maltrattate e respinte ai confini, moltissime temono per la propria vita nel caso in cui il regime transfobico della Russia prendesse il sopravvento.
Il Quotidiano Britannico riferisce che per la International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association, l’Ucraina si trova al 39° posto su 49 paesi europei per il trattamento complessivo delle persone LGBTQ.
Sono impediti anche i matrimoni gay, poiché la Chiesa cristiano-ortodossa, che rappresenta il 64,9% della popolazione, considera l’omosessualità un peccato e non esistono leggi antidiscriminatorie a tutela delle persone LGBTQ+.
Ma la forza delle donne ucraine è inarrestabile, “voglio essere libera di fare quello che voglio nella vita”, dice Judis. che proverà ancora ad attraversare il confine, perché vivere e partire è un suo diritto.
Come quello di non rimanere in silenzio e non essere tenuta prigioniera.