Centinaio, rincari agricoltura preoccupano il sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Centinaio, rincari agricoltura: “Il livello di preoccupazione del settore è molto alto”

Gian Marco Centinaio, sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, è intervenuto su Radio Cusano Campus, ai microfoni de L’Italia s’è desta, programma curato e condotto dal direttore Gianluca Fabi.
Centinaio ha commentato le ricadute economiche della guerra in Ucraina sul settore agricolo, ammettendo che il “livello preoccupazione è molto alto”.

Il problema del grano per l’Italia esiste più o meno da un anno. Il 2021 è stato, infatti, un anno devastante, con un -30% della produzione di grano in Russia e Ucraina. Se a questo aggiungiamo che la Cina, lo scorso anno, ha preso grano da vari paesi facendo speculazione, ecco la tempesta perfetta e noi ci siamo dentro.
Problema maggiore però riguarda il mais, del quale Russia e Ucraina sono due produttori massimi, e il girasole, da cui derivano prodotti usati quotidianamente come, ad esempio, l’olio di semi di girasole. Su questi si può intervenire aiutando, dal punto di vista economico e burocratico, gli agricoltori italiani a piantarli, perché è ancora la stagione giusta per farlo. Perché se va in crisi il mais, va in crisi tutta la zootecnia italiana”.

Importare da oltreoceano è possibile ma l’obiettivo deve essere l’autosufficienza

Centinaio ha voluto sottolineare la possibilità di aprire nuovi canali di importazione per le materie prime più a rischio a causa della guerra nell’Est Europa.
In tal senso, il sottosegretario ritiene che sia possibile importare da Stati Uniti o Canada. A chi rileva che quei paesi usano diserbanti potenzialmente nocivi come il Glifosato, Centinaio risponde che si tratta di obiezioni che non vanno considerate. Il problema da tenere da conto è, invece, legato agli OGM.

“Importiamo già dal Canada, per cui la leggenda metropolitana del Glifosato non esiste e viene tirata fuori quando ci sono crisi come quella attuale. Quello è il minore dei problemi perché già usiamo grano trattato con quell’erbicida.
C’è un problema più serio rappresentato dagli OGM: il mais che arriva dagli USA è OGM, e questo è il problema più grande”.

Il senatore della Lega ribadisce, però, che l’obiettivo principale che dovrebbe stare a cuore a tutti, è l’autosufficienza nelle materie prime. Un problema per troppo tempo trascurato dall’Unione Europea, tornato d’attualità solo con la crisi in corso.

“Ho sempre parlato della necessità di tornare autosufficienti. Bisogna ricordare che anche l’Italia era uno dei “granai dell’Europa”, ma da qualche tempo abbiamo appaltato ad altri paesi l’approvvigionamento di certi alimenti base.
L’Italia, ma anche l’Europa, dovrebbe rivedere le proprie politiche agricole, in cerca di una maggiore autosufficienza. Il problema è che, nel primo discorso della presidente von der Leyen, non ha parlato minimamente dell’agricoltura. Questo conferma che non è un argomento di cui l’Europa si è interessata, e che se ne ricorda solo nei momenti di crisi”.

La direzione da prendere e il problema della siccità

Interpellato su quali debbano essere le mosse presenti e future per rilanciare il settore, Centinaio ribadisce l’urgenza di ridare centralità all’agricoltura in ambito nazionale ed europeo.

“Già nel primo governo Conte stavamo provando a sviluppare un piano strategico nazionale sull’agricoltura, per essere al passo coi tempi dal punto di vista agricolo e alimentare.
Il mondo agricolo non deve essere considerato l’ultima ruota del carro, soprattutto al momento delle contrattazioni per i finanziamenti. Invece, è il settore che è sempre stato finanziato meno degli altri.
C’è poi la questione europea, che dovrebbe introdurre un prezzo medio comune per i prodotti agricoli, e dovrebbe controllare di più e meglio che questi vengano coltivati con le stesse modalità di sicurezza che utilizzano gli agricoltori italiani”.

Il sottosegretario all’Agricoltura conclude sottolineando che l’ulteriore fattore di crisi è oggi rappresentato dall’emergenza siccità.

La siccità è la cosa che mi preoccupa di più. Stiamo finanziando lo sviluppo di invasi per provare a risolvere questo problema. Ma questi strumenti hanno bisogno di energia elettrica e carburante e i rialzi attuali spingono gli agricoltori a lasciare i terreni incolti”.