Putin vuole “strapagare” mercenari siriani per evitare vittime russe?
Ebbene sì, stando a quanto trapela dalle ultime missioni degli insider americani, il leader del Cremlino sarebbe pronto a fare fronte alle recenti perdite di guerra portando miliziani dal paese del Presidente Assad.
La mossa consentirebbe di evitare ulteriori vittime militari russe. Secondo il ministero della Difesa di Kiev, sarebbero già 13.800 i soldati del Cremlino che hanno perso la vita dall’inizio della guerra, oltre a 450 tank e inquantificabili risorse in termini di cibo e benzina.
Durante una riunione del Consiglio di sicurezza russo, il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha affermato che in Medio Oriente ci sarebbero già 16.000 volontari pronti a partire per il Donbass.
Stando ai dati divulgati dal SOHR, l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i combattenti siriani dovrebbero ricevere $1.100 al mese, a patto che restino fino a ottobre. Ci sarebbero poi 7700$ di risarcimento per eventuali ferite e un bonus di 16500$ per le famiglie se dovessero morire. Durante la guerra in Siria nel 2015, gli stipendi per soldati e miliziani variavano da circa 6$ a 12$ al mese. I generali potevano guadagnare fino a 18$ mensili a seconda del grado.
Secondo i media occidentali, la guerra sta portando la Russia sull’orlo del fallimento. Tra spese militari e pressioni fiscali, riporta uno studio, il conflitto potrebbe costare al Cremlino circa $20 miliardi al giorno. La domanda che tutti quanti gli economisti mondiali si stanno ponendo adesso è “Come farà Putin a sostenere la guerra?”.
A questo va aggiunto il malcontento nazionale
In base all’analisi, che assegna un punteggio di “felicità percepita” per ogni singola parola in una scala da 1 a 9, dopo lo scoppio della guerra è aumentato notevolmente l’utilizzo di parole come “spaventoso”, “vergognoso”, “orrore” e “crimini”. Queste sono state utilizzate più volte anche rispetto al 2014, dopo l’invio da parte della Russia di militari in Crimea.
Il sentimento di disapprovazione è evidente anche nei sondaggi che il team di Navalny (storico oppositore di Putin, attualmente in carcere) ha portato avanti in queste settimane attraverso i social. Le indagini, divise in 4 round da 700 partecipanti russi ciascuna, hanno evidenziato che “la quota di intervistati che vede la Russia come l’aggressore è raddoppiata, mentre quella di coloro che considerano la Russia un ‘operatore di pace’ si è dimezzata”.