La guerra russo-ucraina, al di là dei tempi della sua conclusione, un risultato lo avrà: l’Europa sarà costretta a riflettere sul suo ruolo geopolitico. Lo dovrà fare prendendo atto della fine della lunga transizione post-guerra fredda, mentre si delineano nuovi preoccupanti scenari per gli equilibri internazionali, di fronte ai quali l’Europa rischia di prorogare uno status di attore secondario.

Rischi Europa Guerra in Ucraina

In realtà, la reazione alla guerra avviata da Putin, ha evidenziato alcune differenze di tono tra le due sponde dell’Atlantico, dovute sia alla maggiore vicinanza degli europei ad una guerra che ha dissolto le antiche speranze di un comune “spazio di sicurezza” europeo, sia alle conseguenze delle sanzioni comminate a Mosca. Lo sviluppo del conflitto ha comunque portato ad una straordinaria unità di intenti tra Unione Europea e Nato, unite nel denunciare guerra, catastrofe umanitaria e violazione del diritto internazionale. Il confronto diretto tuttavia sembra quasi riproporre lo scenario bipolare russo-americano del mezzo secolo di guerra fredda, e l’autonomia strategica molte volte rivendicata dalla Ue con documenti e nuovi organismi istituzionali non appare una scontata conseguenza della guerra e dei nuovi assets del gioco strategico mondiale.
In altre parole, le molteplici sanzioni decise dalla Ue per colpire il sistema finanziario e commerciale russo, viste da Putin come un irrazionale autolesionismo europeo, non sembrano sufficienti per dare all’Europa un nuovo ruolo geopolitico, rendendo improbabile almeno per il momento una “strategia” che possa andare oltre il mix di pressioni su Mosca e dell’assistenza economico-militare a Kiev.
L’involuzione densa di incognite della politica russa è una nuova fonte di problemi soprattutto per un’Europa che immedesima la propria politica con la difesa e l’estensione della democrazia e la tutela dei diritti umani, ma che manca ancora di una politica estera e di sicurezza realmente comune.
Alla complessa ricerca di solide fonti alternative al gas e al petrolio russi si aggiungono le incognite di questo riallineamento della Ue con la politica dell’attuale amministrazione americana, il cui futuro non si rivela meno incerto sul piano politico interno. Se il consolidamento della transizione democratica ucraina legherà ancora di più i destini di Kiev e di Bruxelles, le scelte degli Usa e della Nato di fronte alla minaccia di ulteriori destabilizzazioni russe verso l’Occidente europeo inevitabilmente sono destinate ad alzare il livello del confronto tra Ue e Russia.
Un negoziato impostato sui termini fatti propri da Putin non sarà mai possibile, e di fronte alla scelta di guerra compiuta da Mosca l’Occidente non prenderà mai in considerazione anche i suoi errori compiuti venti o trenta anni fa come base di un negoziato. Si delinea così una nuova era di forte confronto, politico, economico, militare, cibernetico, con l’Europa alle prese con le conseguenze di sanzioni e contro sanzioni, ma ancora incapace di elaborare una strategia consensuale a tutela dei suoi interessi.

Giuliano Caroli
Docente di Storia delle relazioni internazionali
Università Unicusano