Il gol è gol a ogni latitudine. La gioia per una rete realizzata fa esultare allo stesso modo in ogni parte del mondo. Devono poterlo fare anche i bambini ucraini che hanno lasciato il loro martoriato Paese e sono arrivati in Italia per cercare qualche sprazzo di serenità. Là, a Kiev, Odessa, Mariuopol, hanno lasciato i loro padri a sfidare le bombe che piovono dal cielo come coriandoli ma hanno i colori della morte.
Loro, i ragazzi, sono qui. Vanno a scuola, imparano le prime parole di italiano per fare i compiti di matematica e scrivere i temi. Non è facile per loro imparare subito l’italiano ma il linguaggio dello sport unisce.
L’iniziativa della Figc per i ragazzi ucraini in Italia
Ben venga l’iniziativa del Presidente della Figc, Gabriele Gravina, che, con un atto d’urgenza, ha dato la possibilità ai giovani ucraini di essere tesserati in ambito dilettantistico e di settore giovanile e scolastico, fino alla fine di questa stagione sportiva. La Figc si farà inoltre carico degli oneri previsti per il tesseramento stesso e per la copertura assicurativa.
“Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità – ha detto Gravina — e la Federcalcio si è adoperata per consentire a bambine e bambini ucraini di giocare nel nostro Paese. Sono convinto che non ci possa essere vera accoglienza, infatti, se non si permette loro anche di praticare sport”. Perchè lo sport unisce mentre la guerra divide.
Stefano Bisi