Jamala, la vincitrice dell’Eurovision fugge dalla guerra. Si chiama Jamala, all’anagrafe Susana Jamaladinova, è Ucraina e nel 2016 ha conquistato l’Eurovision Song Contest. Ha cantato una canzone sul tema della deportazione del 1944 quando i suoi parenti, insieme a centinaia di migliaia di persone furono espatriate dalla terra natale, la Crimea, sul Mar Nero, per mano del leader sovietico Joseph Stalin.
Quando arrivano degli estranei, vengono a casa tua. Uccidono tutti e dicono ‘Non siamo colpevoli‘, cantava così nel suo inno cupo.
Jamala, la vincitrice dell’Eurovision fugge dalla guerra
Ora Jamala è lei stessa una profuga, fugge dal presidente russo, con i suoi figli e cerca accoglienza fuori dall’Ucraina. Si è rifugiata in un bunker antiaereo di Kiev prima di fuggire in Turchia, lasciando suo marito a combattere l’esercito russo in avvicinamento.
Il viaggio verso la salvezza non è stato facile, racconta di aver cantato per i suoi figli, per distrarli dal pericolo: “Non è solo una guerra ucraina, è una guerra contro i valori europei”, ha detto. “Siamo tutti sulla stessa barca”.
L’Ucraina Kalush Orchestra
Tra i nomi in finale all’Eurovision, uno dei più grandi eventi televisivi del mondo dal quale la Russia quest’anno è stata esclusa, c’è l’Ucraina Kalush Orchestra.
Una band che oggi fa le sue prove separatamente, mentre ognuno dei suoi componenti assume compiti dai generali in guerra. Il cantante Oleh Psiuk gestisce un gruppo di 20 volontari, fornisce medicinali e aiuta le persone a fuggire dalla guerra. La sua ragazza sta preparando bombe molotov e uno dei membri della sua band presta servizio nell’unità di difesa territoriale.
Per Jamala, che all’inizio è stata riluttante a esibirsi mentre il suo paese è sotto il tiro del Cremlino, i dubbi sono svaniti quando ha iniziato a cantare: “Mi sembra che ora questo sia quello che posso fare. Se posso cantare e raccogliere fondi per aiutare l’Ucraina, continuerò a farlo”.