Netflix annuncia di voler porre fine al fenomeno della condivisione della password al di fuori del nucleo familiare.
Netflix lancia il test preliminare per la tariffa aggiuntiva
Stavolta Netflix fa sul serio.
Dopo le dichiarazioni e gli annunci piuttosto vaghi degli ultimi anni, la piattaforma streaming appare adesso decisa ad affrontare in modo deciso la pratica diffusissima della condivisione della password degli account al di fuori del nucleo familiare.
L’azienda di Los Gatos ha, infatti, deciso di avviare un test in alcuni paesi selezionati, nel quale ogni titolare di abbonamento sarà costretto a pagare una tariffa aggiuntiva per ciascun utente con cui condivide la password, esterno al nucleo familiare.
Chengyi Long, responsabile dell’innovazione dei prodotti di Netflix, ha spiegato la ragione di questo intervento.
“Abbiamo sempre reso semplice condividere il proprio account tra le persone che vivono insieme, con funzionalità come i profili separati e la possibilità di visioni multiple in contemporanea con i nostri pacchetti Standard e Premium.
Sono strumenti da sempre molto popolari ma hanno anche generato un po’ di confusione su come e quando fosse concesso condividere un account. Tutto questo ha avuto un impatto negativo sulla capacità di Netflix di investire in nuove serie tv o film per i nostri abbonati”.
Secondo Netflix, il motivo è, dunque, economico e, di conseguenza, artistico e creativo. Gli introiti degli utenti finora “non ufficiali”, permetteranno all’azienda di produrre più progetti del livello di Stranger Things o Squid Game.
Il test sarà lanciato nelle prossime settimane in tre paesi – Cile, Costa Rica, e Peru – e Netflix deciderà in seguito se applicare tale pratica anche in altre nazioni.
Una rivoluzione ormai al termine?
La svolta di Netflix sulla condivisione di password è più significativa di quanto possa sembrare.
Si tratta, infatti, di un vero e proprio cambio di paradigma per l’azienda, e della fine di quella ‘rivoluzione’ che la piattaforma streaming incarnava, per alcuni, al momento della sua comparsa sugli schermi di tutto il mondo.
Nel 2016, infatti, il co-fondatore di Netflix (insieme con Marc Randolph), dichiarava che “la condivisione delle password è ok”. Un approccio a tutto vantaggio del consumatore che era unico nel panorama televisivo e dei servizi con cui l’azienda entrava in diretta competizione. Esso consentì a Netflix di raggiungere il suo attuale status di principale e più conosciuta piattaforma streaming a livello globale.
Una ‘rivoluzione user friendly’ e di sistema che ha poi generato moltissimi epigoni, fino alla saturazione dell’offerta che conosciamo oggi.
Con la guerra alla condivisione degli account, Netflix pone fine a tale rivoluzione. Lo scenario che si apre per la fruizione e il consumo di film e serie tv sarà, probabilmente segnato, da un ritorno ai primi anni del 21° secolo. La pirateria potrebbe tornare, infatti, a giocare un ruolo determinante nell’industria dell’audiovisivo. Come già testimoniato da alcuni studi recenti, segnati anche dalla pandemia.
Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, il sabato, dalle 18:30 alle 20 su Radio Cusano Campus.