Terza settimana di guerra in Ucraina con la capitale Kiev sotto coprifuoco e le navi russe che bombardano le coste a sud di Odessa. Prosegue però il lavoro dei media locali, al TG Plus di Cusano Italia TV con Aurora Vena è intervenuta Iryna Guley, giornalista ucraina di 1+1.
Guley (giornalista ucraina): “Putin è un terrorista”
Noi siamo nella zona Ovest del Paese, non possiamo dire esattamente dire esattamente dove siamo per questioni di sicurezza. Siamo in diretta 24 ore al giorno, a turni ci colleghiamo con i canali. Seguiamo gli sviluppi della guerra da qui ma anche qui ad ovest, ci lanciano razzi notte e giorno. La situazione dei corridoi umanitari è tesa perché a volte anche se dicono che ci danno la possibilità di portare la gente o cibo e acqua, comunque sparano gli autobus. In particolare aspettiamo da tanto il corridoio da Mariupol, oggi hanno bombardato il teatro dove c’era tanta gente, in migliaia che si nascondevano lì. Una mia collega ha i genitori a Mariupol e non riesce a contattarli. Su ogni foto che arriva da Mariupol cerca un segno distintivo della mamma o della sorella. Ora stiamo cercando di contare i morti del teatro. Ogni giorno da noi comincia con la conta dei morti. È troppo difficile lavorare e non piangere adesso. Noi piangiamo ogni giorno. Contiamo i morti e i feriti e piangiamo, ogni giorno.
Sugli aiuti umanitari diretti all’Ucraina
Gli aiuti umanitari che arrivano dall’Italia, dall’Europa, non sempre riusciamo a portarli a destinazione. Perché gli autobus vengono sparati e non permettono di portare coperte e vestiti in città come Mariupol. In altre città come Chernihiv e Kharkiv portiamo queste cose che ci dà l’Europa. Ma nelle città come Mariupol e quelle intorno a Kiev è troppo difficile portare qualcosa.
Sulla resistenza del popolo ucraino
Ogni giorno i russi sono sempre più aggressivi perché non hanno ottenuto il sostegno che si aspettavano. Sono così orgogliosa del mio popolo che fa questa resistenza. Io seguo le notizie per le nostre maratone e quando vedo la resistenza di Kherson, ad esempio un nostro ragazzo senza armi contro un soldato russo, sono così fiera. Tutte queste città con queste bandiere ucraine, sotto tutte unite contro il nemico che è venuto qua per ottenere il nostro territorio e uccidere il nostro popolo.
Sui giornalisti morti in Ucraina
Non mi meraviglierei se la morte di questi giornalisti facesse parte di una strategia di Putin. Vediamo che anche in Russia adesso sono stati messi a tacere quei media che voglio raccontare la verità. Quindi non mi meraviglierei se i soldati avessero l’ordine di uccidere i giornalisti che vogliono far vedere quello che succede. I miei colleghi che lavorano a Kiev, Kharkiv e Kherson sono sempre in grande pericolo. In questi anni però, dal 2014, da quando c’è la guerra Donetsk e Lugansk i giornalisti ci sono sempre stati. Quindi diciamo che siamo abituati a queste condizioni. Lavoriamo e sappiamo che il nostro dovere è fare quello che facciamo.
Sulle avvisaglie dell’invasione russa
Io ho preparato il mio zaino con tutto il necessario già il 16 febbraio quando secondo Biden ci sarebbe stato il primo attacco. Poi non abbiamo dato ascolto agli altri allarmi. Io ad esempio il 23 febbraio sono andata a teatro con un’amica, nessuno si aspettava quello che è successo. Abbiamo pensato che Putin sarebbe arrivato al massimo a Donetsk e Lugansk per prendere queste regioni. Ho pensato che l’aggressione si sarebbe limitata a quella parte. Ora non escludo che Putin voglia prendere l’Ucraina né escludo che l’obiettivo sia il genocidio del nostro popolo. Non escludo che adesso sia così aggressivo per quello che non è riuscito a fare al punto che voglia uccidere tutto il popolo ucraino.
Sulle sanzioni occidentali e la no fly zone
Penso che l’Europa ha chiuso gli occhi per tanto tempo. Anche l’Europa e l’America sono responsabili per quello che sta succedendo. Abbiamo chiesto di chiudere il nostro cielo ma c’è stato il rifiuto della Nato per paura che esploda la Terza Guerra Mondiale. Non possiamo chiamare Putin un presidente, lui è un terrorista. E chiedo all’Europa: come vivrete in futuro sapendo che vicino a voi c’è un terrorista?