Giorno cruciale per la Russia, chiamata a pagare due cedole da 117 milioni di dollari sui bond emessi all’esterno. Ma cosa succederà se Mosca non rispetterà questa scadenza? Verrà dichiarato il default nazionale. Ma facciamo un passo indietro e spieghiamo meglio la situazione.
Il tempo stringe per la Russia
Le sanzioni che tutto il mondo occidentale sta infliggendo al Cremlino iniziano ad avere i loro effetti. Oggi, infatti, scade il limite per pagare gli interessi sugli investimenti esteri. Quello che, però, preoccupa è proprio il fatto che il governo centrale non riesca a rispettare questa scadenza. In questo caso inizierebbe un periodo di garanzia standard, ossia una proroga di trenta giorni affinché venga saldato questo debito. Il ministro delle finanze, Anton Siluanov, ha confermato che gli investitori stranieri saranno pagati, ma riceveranno un premio in rubli, anziché in dollari. Una mossa che, di fatto, va contro il regolamento in materia, oltre al fatto che ricevere un pagamento in moneta russa, in questo momento, non è affatto conveniente. A seguito dell’invasione in Ucraina, infatti, il rublo ha subito una pesante svalutazione, dimezzando il proprio valore.
Cosa succederà se, passati anche i trenta giorni, la Russia non pagherà le due cedole? Dovrà dichiarare default. Uno scenario che preoccupa, e non poco, dal momento che genererebbe una serie di eventi a cascata. Il sistema pubblico si bloccherebbe, così come tutte le imprese statali, tutti i cittadini russi perderebbero i propri risparmi e milioni di loro si ritroverebbero senza lavoro. Il tutto senza considerare un inevitabile aumento delle tasse e un ulteriore svalutazione della moneta locale, rendendo ancora più difficile acquistare beni dall’estero.