Antonio D’Urso, vicepresidente FIASO (federazione italiana aziende italiane ospedaliere), è intervenuto ai microfoni di Italia s’è Desta, condotta Gianluca Fabi. Tra i vari argomenti, ha parlato dei rincari energetici e di quanto potranno influenzare, nell’immediato, le spese delle aziende sanitarie del nostro paese.
Sig. D’Urso, è vero che la FIASO avrebbe lanciato un allarme inerente il tema dell’approvvigionamento energetico di ospedali e ASL?
Assolutamente sì. Attualmente spendiamo 1.5 miliardi di euro in energia elettrica. Abbiamo stimato che, visti i rincari, avremo un aumento dei costi di circa 500 milioni in più, andando a toccare la cifra di 2 miliardi. Questo influenza il conto economico e i conseguenti investimenti, oltre che la vita lavorativa dei dipendenti sanitari e dei cittadini. Tenga conto che molte aziende hanno già dei sistemi alternativi di produzione energetica, ma non bastano a coprire le spese.
Nei capitoli di bilancio potrebbe esserci un ridimensionamento negli investimenti ospedalieri?
Certo, saremo costretti a razionalizzare i servizi e, soprattutto, a non assicurare investimenti futuri. Dovremo pagare una bolletta più salata per garantire la sopravvivenza delle aziende. Il nostro sistema sanitario, pensando al COVID, si è rivoluzionato e ha dato dei segni di miglioramento netti, ma la risposta alla crisi e ai rincari potrebbe portare a delle risoluzioni negative a causa del nuovo costo energetico.
“Visti i rincari, le aziende necessitano di fare un passo in avanti verso la transizione energetica”
Sono arrivate le promesse fatte recentemente?
Abbiamo sicuramente un aumento del fondo sanitario nazionale, oltre ai finanziamenti stanziati e inutilizzati durante il COVID, ma molti di questi verranno adoperati per pagare la bolletta energetica che, al momento, è pari a 500 milioni. Quindi alla fine bisognerà far quadrare i conti, visto che il nostro obiettivo è la sostenibilità, oltre ad assicurare ai cittadini i migliori servizi.
Le aziende necessitano, di contro, di fare un passo in avanti e decisivo verso la nuova transizione ecologica ed energetica. Attualmente solo il 20% dei kW adoperati negli ospedali sono coperti dal rinnovabile, il resto viene acquistato. Questo aspetto influenza pesantemente gli operatori.