Bambini e guerra: 1 su 5 vive nelle zone di conflitto. Anche se l’informazione è sempre crescente, parlare di rischi della guerra e risolverli nell’ottica della tutela del bambino si fa ogni giorno più complicato. Nelle ultime settimane gli esempi si sono affastellati e si concentrano sui soggetti che rischiano di più in assoluto: gli anziani e i bambini.
Bambini e guerra: 1 su 5 vive nelle zone di conflitto
Il conflitto Ucraina Russia che stiamo vivendo è presente nella psiche collettiva per i suoi orrori, per la guerra mediatica che ha scatenato, per la scarsa chiarezza di informazioni e perché arriva a ridosso di un percorso di uscita da un evento epocale come l’emergenza pandemica. Avere la guerra alle porte traghetta ancora nuovamente a sprofondare nella preoccupazione verso salute e incolumità.
Per questo motivo Save the Children, tra le organizzazioni più attive per la tutela dei minori si sta attivando per la redazione di una sorta di guida per i genitori e gli insegnanti incentrata sullo svolgimento di attività e su proposte didattiche inerenti al tema della pace e della guerra.
In questo momento nel mondo oltre 1 bambino su 5 vive in aree colpite da conflitti. Come in Siria, dove a causa della guerra milioni di bambini non hanno visto nient’altro che devastazione e sofferenza, in Yemen, dove l’accesso all’educazione, all’acqua e al cibo, viene negata ai bambini e alle loro famiglie da anni e non ultima l’Ucraina dove da poche settimane è iniziata una guerra che ha già causato vittime e milioni di persone sfollate.
Bambini in guerra: le conseguenze
Quando si parla di coinvolgimento, poi, è bene ricordare che l’espressione bambini in guerra resta valida sia per coloro che subiscono indirettamente il conflitto ma anche per quelli che nella guerra, armi alla mano, sono direttamente coinvolti. E le conseguenze per la salute sono evidenti. Non solo quelle fisiche, ma anche relative al benessere mentale, più difficili da estirpare e direttamente in confronto con la vita futura del bambino destinato a diventare adulto.
Danni economici e sociali, il conflitto bellico e le sue conseguenze perdurano nell’arco di anni poiché ristabilire le condizioni precedenti alla crisi economica, sociale e culturale nella quale sono stati obbligati a sopravvivere i più piccoli, quando sono possibili da ristabilire, risentono di un processo di lentissima realizzazione.
I dati
E intanto continuano i bombardamenti in Ucraina e cresce il numero di vittime innocenti. Dal 24 febbraio scorso, giorno dell’invasione, si contano almeno 90 bambini uccisi dall’esercito di Mosca.Il maggior numero di morti si è registrato nelle regioni di Kiev, Kharkiv, Donetsk, Chernihiv, Sumy, Kherson, Mykolayiv e Zhytomyr per un conflitto che non non lascia indenni né chi resta, né chi cerca di fuggire,