Una poesia per la pace non salverà il mondo, ma di certo sensibilizzerà il grande del futuro. Parlare ai bambini è una responsabilità. Basta un gesto, una parola, un tocco per cambiare il loro corso degli eventi. Questo vale, soprattutto, per chi sceglie di intraprendere un percorso lavorativo legato alla comunicazione ai piccoli, come Gianni Rodari. Le sue poesie e i suoi racconti sono, per antonomasia, un piccolo viatico di speranza per i grandi del domani, dei messaggi che si spera rimangano incisi sulla stele dell’età adulta. Nel periodo del conflitto russo ucraino, in cui imperversano le poesie contro la guerra, emergono dagli abissi anche le parole intrise di pace, speranza e fede per ciò che sarà.

Tra le tante piccole creature di Gianni Rodari “Promemoria” è una di quelle che calza a pennello con quanto si vede in quest’epoca storica. In primis vediamo un lessico semplice, come quello che si usa per parlare ai bambini. I versi sono diretti e immediati, per far capire ai piccoli che la guerra è una di quelle “cose da non fare mai”. Un concetto semplice da comprendere, ma che spesso i grandi stessi non riescono a capire ed a mettere in pratica. Purtroppo un mondo senza carri armati, violenze e distruzione sembra sempre più un’utopia, a maggior ragione se il progresso non placa l’ego dell’uomo. Nella musica e nelle poesie, spesso, si immagina la pace, ma nei fatti resta un lontano retaggio.

Il testo di “Promemoria”, la poesia per la pace di Gianni Rodari

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra:
per esempio, la guerra.