Il Covid non si ferma, neanche davanti alla guerra. E mentre i media si focalizzano sul conflitto in Ucraina, i dati si innalzano. Così mentre l’Italia si avvicina ad essere tutta bianca, e solo Lazio, Calabria, Marche e Sardegna rimangono tinte di giallo, i numeri del contagio tornano a salire.

Fra rigoristi e liberisti…

Nel mentre, la lotta fra rigoristi, liberisti e Covid prosegue: così, da una parte le Regioni, con il governatore friulano Massimiliano Fedriga chiedono di “andare verso un allentamento delle misure che sono state prese, nel momento in cui servivano”, il virologo Fabrizio Pregliasco invita alla cautela: “Da fine mese non si devono aprire i rubinetti istantaneamente, sarebbe meglio che l’utilizzo del Green Pass ed altre restrizioni rimanessero ancora e venissero tolte progressivamente”.

…la possibile linea del governo per la convivenza con il covid

Intanto il piano verso il futuro, verso la normalità post stato emergenziale in Italia, per la convivenza con il Covid, sarà discusso nella giornata di mercoledì 16 marzo. Secondo alcune fonti il piano dell’esecutivo potrebbe articolarsi in 4 step: il 1° aprile si dirà addio al Green pass rafforzato per luoghi all’aperto, bar, ristoranti e trasporti pubblici. Un mese dopo, il 1° maggio, via il certificato verde e la mascherina anche al chiuso, compresi cinema e stadi. Giugno porterà con sé l’addio alle mascherine sui mezzi pubblici e a partire dal 15 scadrà l’obbligo vaccinale per gli over 50.

Nel mezzo fa il punto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che pone l’accento sulla circolazione della variante Omicron 2 e della protezione vaccinale, che “cala più rapidamente di quello che pensiamo, anche in chi ha fatto il booster”.

Se però il nostro paragone si prolunga di 365 giorni, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la pandemia sembra essere più che sotto controllo: se a marzo 2021 secondo l’Agenas l’occupazione delle terapie intensive era al 33%, con un posto letto su tre disponibili occupati, oggi è al 5%.

Le diverse posizioni al ministero della Salute sul covid

Se il sottosegretario Andrea Costa conferma che gli stadi torneranno al 100% della capienza entro fine marzo, il ministro Roberto Speranza predica ancora calma:

La pandemia non è scomparsa, il virus continua a circolare. E’ chiaro che la protezione che ci danno i vaccini è altissima e ci sta consentendo di gestire in modo diverso questa fase. E’ una fase molto diversa rispetto a quelle del passato ma non dobbiamo pensare che il virus non c’è più”. ”Serve ancora – ha aggiunto – mantenere cautela, attenzione, prudenza e anche gradualità. Le mascherine continuano a essere un elemento molto importane e vanno usate nei momenti in cui ce n’è bisogno. Al chiuso in questo momento sono ancora obbligatorie e anche all’aperto, dove non sono obbligatorie, sono però necessarie nei momenti in cui ci possono essere assembramenti, quindi nei momenti di grandissima partecipazione. Ne vediamo tanti. Quindi in quei casi è utile tenere ancora la mascherina”.

L’allarme del matematico

Giovanni Sebastiani del CNR conferma la crescita dei contagi in tutta Europa:

L’incidenza è già in crescita in undici Stati, otto dei quali formano un cluster di Stati confinanti” (Austria, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia, Svizzera, oltre all’Italia, ndr).