Morto William Hurt, l’attore è scomparso per cause naturali all’età di 71 anni. Ne ha dato l’annuncio la famiglia.

Morto William Hurt, Hollywood piange uno dei suoi grandi

William Hurt è morto.
A darne notizia è il figlio, in una dichiarazione ufficiale a nome di tutta la famiglia.

“È con grande tristezza che la famiglia Hurt piange la scomparsa di William Hurt, amato padre e attore premio Oscar, avvenuta il 13 marzo 2022, una settimana prima del suo 72mo compleanno.
È morto serenamente in famiglia, per cause naturali. La famiglia richiede la privacy in questo momento”.

Dopo Sidney Poitier, il 2022 si porta via un’altra icona di Hollywood.
Hurt, sempre molto geloso della propria privacy, nel 2018 fornì la propria testimonianza in favore di una terapia sperimentale contro un cancro terminale alla prostata, poi andato in metastasi alle ossa, che gli era stato diagnosticato nel 2012.

Il lato tormentato e malinconico degli anni ‘80

William Hurt è stato uno dei grandi nomi della Hollywood anni ’80.
Fu capace di incarnare la malinconia e il tormento di un periodo storico che doveva fare i conti con i traumi del passato, sopportandone il peso nel tentativo di andare avanti.
I ruoli che gli hanno dato la fama, infatti, sono tutti o quasi di personaggi inquieti. A partire da quello per cui vinse l’Oscar, l’omosessuale che divide la cella di un carcere in America Latina con un rivoluzionario ne Il bacio della donna ragno di Héctor Babenco, del 1986.

A questo fecero seguito altre due nomination nei due anni successivi: nel 1987 per Figli di un dio minore, intensa storia d’amore tra un insegnante e una donna sorda, sfociata in una relazione fuori dal set tra lo stesso Hurt e la sua collega Marlee Matlin; e nel 1988 per Dentro la notizia di James L. Brooks, nel quale Hurt era un giornalista affascinante e opportunista.
La quarta candidatura arriva quasi vent’anni più tardi, per A history of violence di David Cronenberg del 2006. A Hurt bastano pochi minuti sullo schermo nei panni del fratello rancoroso e mefistofelico del protagonista Viggo Mortensen, per conquistare l’apprezzamento di pubblico e critica.
Una notorietà che, tuttavia, Hurt avversava, come fece capire chiaramente in un’intervista del 1989 al New York Times.

“Non accetto che la mia privacy venga compromessa oltre certi limiti. Sono una persona molto riservata e ho il diritto di esserlo. Non ho mai detto che, per il solo fatto di essere un attore, chiunque possa prendersi la mia privacy, o la mia anima”.

Ruoli di grande profondità e fragilità hanno segnato gli anni d’oro della sua carriera, come quello memorabile del reduce dal Vietnam tossicodipendente de Il Grande Freddo di Lawrence Kasdan.
Negli ultimi anni, Hurt si è fatto conoscere anche dalle generazioni più giovani grazie al ruolo del generale Thaddeus Ross nei cinecomics della Marvel, da L’Incredibile Hulk del 2008, fino ad Avengers: Endgame del 2019.