Striscione a Verona che ha scosso l’opinione pubblica. È stato affisso ieri notte, a poche dalla sfida di campionato l‘Hellas Verona e il Napoli, lo striscione che davanti allo stadio Bentegodi di Verona invoca un attacco aereo su Napoli. Le bandiere di Russia e Ucraina che sovrastano le coordinate geografiche del capoluogo partenopeo, un triste “invito” a bombardare quel luogo sulla scia del conflitto che ormai da due settimane ha ferito tutta l’Europa. A esporlo è stata la Curva Sud, come si legge nella firma, frangia estremista del tifo del Verona. La guerra diventa strumento di sfottò, strumentalizzata dai tifosi per fare sarcasmo.
Striscione a Verona per bombardare Napoli, l’ultimo di una lunga serie
La rivalità fra le due tifoserie è nota, come noti sono gli scontri dentro e fuori lo stadio. “Giulietta è na zoccola” è la storica risposta dei tifosi azzurri ai continui insulti razzisti pronunciati dalla curva del Verona che non si è mai risparmiata dall’augurare il “benvenuti in Italia” ai partenopei in trasferta. L’ultimo striscione degli ultras gialloblu è comparso alla vigilia della partita che si è disputata oggi alle 15, finita 2 a 1 per la squadra di Spalletti, e da questa mattinata si susseguono critiche e inviti a sanzionare il club scaligero per quello, definito dai più sui social, come l’ennesimo atto di matrice razzista.
Spalletti: “Ora basta”
Durissima, nel post partita, la presa di posizione dell’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, che nella conferenza stampa al Bentegodi ha detto:
“Lo striscione contro Napoli? Questa gente non deve entrare più negli stadi, deve essere una festa per le famiglie, bisogna farla finita!”
Le reazioni del mondo del calcio e delle Istituzioni
Striscione a Verona. Tra i primi a chiedere sanzioni per la società di calcio veneta il consigliere regionale dei Verdi in Campania Francesco Emilio Borrelli che parla di un attestato di “sconcertante di ignoranza” per il quale devono essere denunciati gli autori di un messaggio che è un “inno a violenza”.
Diventato immediatamente virale sui social, lo striscione ha spinto anche lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, autore de I Bastardi di Pizzofalcone come delle inchieste del commissario Ricciardi e dei racconti di Mina Settembrea commentare l’accaduto su Facebook:
“Per chi non lo sapesse, sono le coordinate della mia città. Sempre ammirevolmente pronti a cogliere elementi di stretta attualità per rinnovare la propria profonda idiozia razzista. Solo per farci capire con un plastico esempio a che punto può arrivare l’imbecillità (sub)umana, e come in un cervello troppo angusto possano mescolarsi cose molto serie e fesserie”.
E ancora, in un tweet l’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, definisce lo striscione
“la dimostrazione del pensiero razzista, violento, disumano e barbaro di certe persone, ma non chiamatele bestie perché gli animali sono migliori”.
A chiedere l’intervento della Lega Calcio “con sanzioni straordinarie ed esemplari per punire il Verona e la sua tifoseria” è anche la dirigente nazionale per le Politiche per il Sud di FdI Gabriella Peluso che come azione immediata auspica “la retrocessione in serie B”.
Lo striscione esposto a Verona dai tifosi scaligeri contro Napoli ha scosso l’intero mondo del calcio italiano. Anche lo stesso Hellas Verona si è schierato contro i propri tifosi che hanno ideato ed esposto la frase poco felice.
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