Guerra Ucraina-Russia: continua a lievitare il prezzo dei beni di prima necessità. Un kg di pane in Italia costa tra i 5,31 euro e i 9,8 euro. E’ un conflitto economico che ci porterà a cambiare negli acquisti dei beni di prima necessità. Un chilo di grano tenero ha raggiunto il valore di 40centesimi. Tuttavia il prezzo del prodotto finito varia da regione a regione, lungo la penisola. Tra i motivi dell’aumento del prezzo ci sarebbe il costo immobiliare e del lavoro.

Guerra Ucraina-Russia, speculazioni e razzie da scaffali

L’assalto agli scaffali per fare razzia di pasta rischia di aumentare la speculazione sui beni di prima necessità. L’Italia è un Paese leader nella produzione ed esportazione della pasta. Dei 3,5milioni di tonnellate, 1,9 sono destinati all’esportazione, Coldiretti afferma che le imprese agricole possono soddisfare le esigenze della popolazione, ben oltre i quantitativi necessari. Gli assalti ai supermercati rischiano di provocare inutili sprechi alimentari e alimentare la psicosi da acquisti, pericolosa per sé e per gli altri.

Inflazione, rischio italiani in povertà assoluta

Tra le conseguenze più preoccupanti dell’aumento dei prezzi di prima necessità, il carrello della spesa mette a rischio alimentare i 5,6 milioni di italiani in condizione di povertà assoluta. Lo afferma la Coldiretti nel commentare le più pericolose conseguenze dell’inflazione. E’ cospicuo il numero di persone che rischia di far ricorso alle mense dei poveri o ai pacchi alimentari. Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini chiede di sbloccare al più presto i fondi del Ministero delle Politiche Agricole per acquistare beni di prima necessità da consegnare agli indigenti.

Pasticceria e gelati

Anche il settore della pasticceria e dei gelati soffre l’aumento dei prezzi, mercato che vale in Italia 9,5 miliardi di euro. I motivi sono l’aumento dei costi energetici e dei beni di prima necessità, in certi casi difficili da trovare. Il burro, lo zucchero, le uova, costano di più. A tutto questo si aggiunge la possibilità che i turisti stranieri, amatori dei gelati italiani, non facciano ritorno nel nostro Paese, per ora, e per questo si venderà meno di quanto è stato venduto fino ad ora.