Covid, torna a parlare Francesco Paolo Figliuolo, il commissario straordinario all’emergenza coronavirus e comandante del Covi, , nel corso della presentazione del libro scritto con Beppe Severgnini ‘Un italiano’, edito da Rizzoli, a Libri Come: “Io il 31 comunque voglio passare la mano”

 

 

Covid, le dichiarazioni di Figliuolo

Nato a Potenza, l’11 Luglio del 1961, dal 1º marzo 2021 commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19.

“Io il 31 comunque voglio passare la mano perché ho un incarico importante come comandante del Covi e mi voglio dedicare a quello. Penso di aver fatto la mia parte, ho visto cose belle e cose meno belle ma basta così. Sono un tecnico e voglio rimanere un tecnico.

Perché ho scritto questo libro? Per lasciare traccia di quello che sono. Metà del libro parla di questa incredibile avventura che mi è capitata di fare come commissario straordinario. Così, se avrò dei nipotini, magari un giorno leggeranno cosa ha fatto il nonno

‘All’inizio mia moglie, che è più social di me andava a verificare delle cose che dicevo in giro cosa girava sui social, spesso stavamo la sera fino a tardi… Spesso mi diceva ‘ma perché dici queste cose, questa te la potevi risparmiare’, specie quelle mie battute ogni tanto un po’ naif che potevano dare la stura ai media di battibeccare o di punzecchiarmi o peggio ancora…

Io da un parte ho un incarico istituzionale, dall’altra sono lucano… Sono paziente e resiliente e so che bisogna sempre sopportare”.