In “Strappare lungo i bordi“, celebre serie di Zerocalcare uscita lo scorso novembre su Netflix, “annamo a pijà un gelato” era la frase per eccellenza che riconduceva alla leggerezza. Una spensieratezza che ad oggi è impensabile. L’aumento generalizzato dei prezzi di luce, gas e benzina ha portato con sé molte conseguenze. Una tra queste, la crescita dei prezzi delle materie prime che colpisce settori specifici come quello della pasticceria e del gelato. Tali eccellenze valgono in Italia ben 9.5 miliardi di euro e rappresentano uno dei simboli del Made in Italy nel mondo. È quanto emerge dall’analisi condotta dalla Coldiretti in occasione della riapertura dal vivo del 43esimo Salone Internazionale della gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè (Sigep) in fiera a Rimini.
Dal”annamo a pijà un gelato” a ogni costo sembra triplicato
“Un settore fortemente segnato dagli effetti della guerra in Ucraina che ha spinto i costi energetici e quelli delle materie prime alle stelle. Gli effetti, riprodotti sui costi di produzione hanno costretto gli operatori a ritoccare verso l’alto i listini”.
Questo quanto si legge nel rapporto della Coldiretti. A pesare sono soprattutto i costi energetici di cottura, con aumenti del 69%. Quotazioni elevate si segnalano anche per tutte le componenti base dei dolci e dei gelati. Dal burro che è aumentato del 11.2% allo zucchero in crescita del 5.2% fino alla farina balzata del 9% alle uova con +3.6% rispetto ai dati Istat di febbraio 2020.
Tra crescita di prezzi e scarsità di prodotti
La criticità non è solo riuscire a sostenere il costo della produzione e del lavoro ma è anche trovare le risorse. Molte aziende trovano difficoltà nel reperire i prodotti come ad esempio l’olio di girasole impiegato in pasticceria per dolci e biscotti di cui l’80% delle esportazioni dipendono dall’Ucraina.
Preoccupazioni si registrano anche sul versante dei consumi per un settore fortemente dipendente dal turismo e dalle esportazioni. Quest’ultime rischiano di essere frenate dalle tensioni internazionali dopo le speranze di una uscita rapida dalla pandemia. Secondo la Coldiretti, dolci e gelati sono molto apprezzati all’estero ma sei stranieri su dieci (58%) hanno dovuto rinunciare a venire in Italia nel 2021. Ciò ha influito notevolmente nelle casse degli imprenditori e ha generato un buco di 22.5 miliardi di euro rispetto al 2019, l’ultimo anno prima della pandemia.