Non sono più indiscrezioni quelle sull’arruolamento dei siriani per la guerra in Ucraina. Oggi la conferma è arrivata direttamente dal capo del Cremlino. Vladimir Putin ha scelto il Medio Oriente e, in particolare la Siria che è in guerra da anni e con una situazione economica precaria, come bacino da cui attingere miliziani da spedire sui fronti dell’Europa orientale.
Putin potrebbe arruolare 16 mila ‘volontari’ in Siria
Putin e il ministro della Difesa Sergei Shoigu hanno parlato di “volontari” e non di civili stipendiati.
“Se vedi che ci sono persone che vogliono volontariamente aiutare i separatisti dell’Ucraina orientale, allora devi incontrarle a metà strada e aiutarle a spostarsi verso le zone di combattimento”, ha riferito Putin al suo ministro.
“Riteniamo ovviamente che sia giusto esaudire queste domande, in quanto queste persone non vogliono denaro, ma parlano dal cuore”. Queste le parole del ministro russo Shoigu sottolineando che molti di loro hanno combattuto nell’ultimo decennio contro l’Isis.
Si stima che ci siano 16mila miliziani pronti a trasferirsi dal Medio Oriente in Ucraina.
Arruolamento dietro compenso. Nessuna novità
Da giorni però le notizie che trapelano non corrispondono a quanto dichiarato dal presidente russo. Sembra infatti che sia partito un vero e proprio arruolamento di un numero imprecisato di giovani e non, pronti dietro compenso, a essere mandati in Ucraina a combattere a fianco dei militari russi.
Questo do ut des russo, all’Occidente non appare certo una novità. Già in passato la Russia e la Turchia si sono serviti della manovalanza a basso costo siriana da inviare in Libia e nel Caucaso. Anche l’Iran, dal canto suo, ha mobilitato in Siria jihadisti, sciiti, iracheni, afghani e libanesi.
News o fake news russa?
Nonostante le dichiarazioni di Vladimir Putin, l’assenza di conferme provenienti dalle varie città siriane fa ipotizzare che tale affermazioni siano state fatte solamente per inasprire ed esasperare la situazione già al limite. L’unica cosa certa è che la Russia è presente militarmente in Siria dal 2015 e che da mezzo secolo è legata al governo di Damasco da un’alleanza strategica militare, politica e diplomatica.
L’intervento di Putin nel conflitto mediorientale ha consentito in passato al contestato presidente Bashar al Assad di rimanere al potere dopo 11 anni di conflitto armato e di essere confermato capo di Stato almeno fino al 2028.