La centrale nucleare di Chernobyl è avvolta nel mistero. Dopo essere stata il teatro della più grande catastrofe nucleare della storia, da qualche giorno si è perso il contatto con tutti i dipendenti dell’impianto. Il tutto a pochi giorni dalla conquista delle truppe russe della zona.
I russi scollegano Chernobyl
Secondo il governo di Kiev, le forze russe avrebbero scollegato dalla rete elettrica ucraina la centrale e, di conseguenza, disabilitato tutti i sistemi di sicurezza che lavorano al contenimento del materiale radioattivo ancora presente dentro i diversi reattori di Chernobyl. A lanciare l’allarme ancora una volta è stato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, con toni davvero allarmanti: secondo Kuleba infatti i gruppi supplementari alimentati a gasolio avrebbero solo 48 ore di autonomia.
L’unica griglia elettrica che alimentava la centrale nucleare di Chernobyl e tutte le sue strutture nucleari occupate dall’esercito russo è danneggiata. CNPP (Chernobyl Nuclear Power Plant, la centrale nucleare di Chernobyl, ndr) ha perso tutto il supporto elettrico. Mi appello alla comunità internazionale per chiedere urgentemente alla Russia di cessare il fuoco e permettere alle unità di riparazione di ripristinare il supporto elettrico”.
ha scritto il ministro degli Esteri ucraino in un tweet, per poi postarne un altro:
“I generatori diesel di riserva hanno una capacità di 48 ore per alimentare la centrale nucleare di Chornobyl. Successivamente, i sistemi di raffreddamento dell’impianto di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito si fermeranno, rendendo imminenti le perdite di radiazioni. La barbara guerra di Putin mette in pericolo l’intera Europa. Bisogna fermarlo immediatamente!”
Reserve diesel generators have a 48-hour capacity to power the Chornobyl NPP. After that, cooling systems of the storage facility for spent nuclear fuel will stop, making radiation leaks imminent. Putin’s barbaric war puts entire Europe in danger. He must stop it immediately! 2/2
— Dmytro Kuleba (@DmytroKuleba) March 9, 2022
I russi entrano a Chernobyl
L’occupazione delle forze militari russe della zona dove sorge il noto impianto nucleare risale allo scorso 24 febbraio. Poco dopo l’avanzata russa arriva anche alla conquista della centrale di Zaporizhzhia, dove lo scontro con le forze di Kiev causa anche un incendio notturno. Secondo quanto riferito dalla portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, l’interesse di Mosca per i siti nucleari è solo precauzionale:
“Stiamo prendendo tutte le misure necessarie per assicurare la sicurezza dei siti nucleari in Ucraina (…) per evitare che i nazionalisti ucraini e altre formazioni terroristiche così come mercenari stranieri possano avvantaggiarsi della situazione creatasi nel paese per organizzare provocazioni nucleari, e questi rischi esistono davvero”.
L’ente internazionale sul nucleare però si dice ancora tranquillo
Nonostante la preoccupazione palesata dal ministro degli Esteri ucraino Kuleba l’IAEA, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, “non evidenzia impatti critici sulla sicurezza”.
#Ukraine has informed IAEA of power loss at #Chornobyl Nuclear Power Plant, @rafaelmgrossi says development violates key safety pillar on ensuring uninterrupted power supply; in this case IAEA sees no critical impact on safety.
— IAEA – International Atomic Energy Agency (@iaeaorg) March 9, 2022
Nel tweet dell’IAEA però si fa riferimento anche ai sette pilastri della saggezza nucleare: integrità delle strutture, rispetto delle procedure, libertà di fare domande e lavorare senza stress, controllo logistico, monitoraggio delle radiazioni, competenze e comunicazioni. Come facilmente intuibile, a Chernobyl almeno tre di questi sono saltati, con lo stress dei lavoratori, la disattivazione dei sistemi di monitoraggio delle radiazioni e delle telecomunicazioni.