Il mondo del golf accoglie finalmente Tiger Woods nella Hall of Fame, a sottolineare il riconoscimento di una carriera che ha cambiato le sorti di questo sport. Il golfista statunitense ha approfittato di questo momento di grande soddisfazione personale per raccontarsi in una lunga intervista a Golf Digest.

Sono tanti i temi trattati, dal passato al futuro, passando per quell’incidente di un anno fa che avrebbe potuto seriamente compromettere il suo destino sportivo. Tantissimi temi che hanno riguardato la sua famiglia in primis e tutti i sacrifici fatti per rientrare nell’Olimpo del golf:

“Voglio con me tutti coloro che mi sono stati vicini e che fanno parte della mia vita: la mia famiglia, la fondazione. Questo è un traguardo importante della mia carriera e ci ho messo 26 anni per raggiungerlo, un periodo lungo. Avrei voluto che mio padre fosse stato qui a vedermi perché è lui che mi ha fatto iniziare a giocare, ma mia madre ci sarà. È lei che mi ha portato a tutti i nostri tornei giovanili nel sud della California: ci alzavamo e andavamo a giocare il campionato peewee, poi un torneo per minorenni a Riverside. A volte stavamo in auto un’ora, un’ora e mezza, bloccati sulla 91 senza che lei si lamentasse mai. Teneva il punteggio e spiegava com’era andata a mio papà quando tornavamo a casa. Per questo per me è così speciale”

Tiger Woods: il suo futuro dopo l’ingresso nella Hall of Fame

L’ingresso nella Hall of Fame di Tiger Woods ha spinto molti a ritenere ormai chiusa la sua carriera da golfista. Eppure, il circuito di golf a differenza degli altri sport consente di continuare a giocare anche dopo questo tipo di riconoscimento.

Proprio su questo tema, Woods si è così espresso:

“Nella maggior parte degli sport bisogna aspettare 5 anni dopo il ritiro per essere eleggibile nella Hall of Fame. Il nostro sport è diverso: puoi entrare nella Hall e continuare a giocare. Ci sono giocatori che hanno vinto tornei dopo essere entrati nella Hall. Quindi è molto diverso, ma è anche riconoscimento alla tua carriera di successo. Sento di averla fatta e sento che non è ancora finita”.