Caro Benzina: Alessandro Zavalloni, segretario generale di FEGICA – Federazione italiana gestori impianti carburanti e affini, denuncia il rischio concreto che il prezzo del carburante arrivi a 3 euro al litro.

Caro benzina, Zavalloni: “Situazione fuori controllo e aumentano le preoccupazioni”

Alessandro Zavalloni, segretario generale di FEGICA – Federazione italiana gestori impianti carburanti e affini, è intervenuto su Radio Cusano Campus, ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, programma di approfondimento politico condotto da Gianluca Fabi, per denunciare la drammatica situazione del settore dei gestori degli impianti di rifornimento e le sue ricadute sulla vita quotidiana dei cittadini, a causa della crisi provocata dall’invasione russa dell’Ucraina.
Interpellato sulla possibilità che il prezzo al litro del carburante arrivi a tre euro, Zavalloni ha risposto che il rischio è ormai molto concreto, per colpa del conflitto ma anche per la speculazione dei mercati finanziari.

La preoccupazione che la benzina arrivi a 3 euro al litro esiste. Non sembra ci sia nessuno in controllo di questa situazione, e quando non c’è nessuno in controllo, è difficile fare previsioni e, di conseguenza, le preoccupazioni aumentano. Sono dinamiche determinate non soltanto dal conflitto in Ucraina, ma anche da quanto accade nei mercati internazionali. Questi sono orientati dalle previsioni (i cosiddetti ‘futures’) ed è stato sufficiente che il Presidente USA annunciasse il blocco del petrolio dalla Russia, che la semplice previsione di cosa questa decisione potesse comportare ha determinato un aumento del prezzo del petrolio al barile fino a 130 dollari”.

Un aumento, chiarisce Zavalloni, che non fa la fortuna dei gestori degli impianti, come invece si potrebbe immaginare.

“Per i benzinai, avere un prezzo dei carburanti così alto, tenendo presente che il margine della categoria resta identico perché fisso al litro (circa 3,5 centesimi), comporta grandissime difficoltà a livello economico”.

La richiesta al governo: l’accisa mobile

Zavalloni ritiene che per ostacolare il caro benzina sia necessario l’intervento del governo, con un provvedimento che consenta, almeno, di bloccare l’aumento dell’Iva in conseguenza dell’aumento del prezzo dei prodotti.

“Nel 2008, anche grazie all’azione di associazioni di categoria dei gestori come la nostra, il governo introdusse un provvedimento che ‘sterilizzava’ l’aumento dell’Iva sull’effetto dell’aumento dei prodotti internazionali. Negli ultimi mesi il prezzo del prodotto finito è aumentato tanto, ma ci sono alcuni centesimi al litro che potrebbero essere recuperati in funzione del fatto che è aumentata l’Iva senza che ce ne fosse bisogno o che il governo ne avesse la volontà. È quindi possibile recuperarli grazie a questa legge del 2008, e chiediamo al governo di adottarla immediatamente.”

“La dipendenza dall’energia estera è una grave responsabilità politica dell’Italia”

Zavalloni conclude il suo intervento criticando la cieca politica energetica del nostro paese. Una responsabilità gravissima che ha le sue ricadute peggiori proprio in un periodo di crisi come quello attuale, denunciato anche dal Fondo Monetario Internazionale.

È gravissimo che l’Italia, come altri paesi, sia dipendente in questa maniera dal prodotto che arriva dall’estero. Questa è una responsabilità politica.
Quello che sta succedendo è un domino, perché l’aumento dei prodotti energetici porta all’aumento conseguente di ogni cosa e la conseguenza sarà una diminuzione dei consumi che è possibile vedere nettamente già adesso. La gente fa fatica, anche perché non aumenta solo la benzina: aumenta la bolletta elettrica e aumentano anche alcuni generi alimentari. Comincia a esserci timore e grande attenzione da parte dei consumatori“.