Cosa cambia dal 31 marzo 2022? Mancano pochi giorni alla fine dello stato di emergenza legato al Covid che ci accompagna ormai da due anni. Questo vuol dire che dal 1 aprile decadrà anche l’obbligo del Green pass? La guerra in Ucraina ha spostato l’attenzione dalla pandemia ma il dibattito sulla certificazione verde è ancora acceso tra chi è pro e chi è contro. Al momento alla a questa domanda non c’è ancora risposta. La fine delle restrizioni comunque dovrebbe scattare il 15 giugno, quando termina l’obbligo di vaccinazione per i lavoratori over 50. 

Cosa cambia dal 31 marzo 2022? Nodo Green pass

Con la fine dello stato di emergenza il nodo maggiore da sciogliere resta quello del green pass. Che ne sarà del certificato verde? Si continua a parlare di un allentamento graduale che cominci proprio il 31 marzo, alla fine dello stato di emergenza.

Verrà probabilmente rimodulato in base all’andamento della pandemia. Il piano del governo potrebbe essere quello di un addio graduale alla certificazione, partendo per esempio dai luoghi all’aperto, tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Ciò non esclude che possano essere riconsiderate in base all’evoluzione della pandemia.

“Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto – tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze. Ma il nostro obiettivo è quello di riaprire del tutto e al più presto”.

Il pressing del settore del turismo

L’industria del turismo teme ripercussioni, a partire dalle vacanze di Pasqua che per il settore segna l’inizio della stagione primavera-estate, quindi dell’alta stagione. L’obbligo del green pass farebbe scappare i turisti stranieri. E’ probabile che il certificato verde venga abolito per treni, bus e aerei, mentre sembrano improbabili allentamenti sui luoghi di lavoro o l’eliminazione delle mascherine al chiuso (anche se il sottosegretario alla Salute Sileri apre a un addio da metà aprile).

Il ministro Speranza: “Abolire ilo green pass? Bisogna valutare”

‘Massima cautela’ è il motto di coloro che non hanno alcuna intenzione di abolire in toto il certificato verde. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha spesso ribadito: “Bisogna valutare passo dopo passo, il Covid continua ad essere una sfida co cui fare i conti”.

Walter Ricciardi, consigliere del ministro, in un’intervista al Messaggero ha spiegato che non si deve abbassare la guardia se si vuole impedire al virus di ripartire a ottobre:

“In Gran Bretagna hanno eliminato ogni restrizione e adesso i contagi stanno risalendo. I governi europei, dunque, sono avvisati”.

Dal 1 aprile il Cts sarà sciolto

La fine dello stato d’emergenza decreterà anche lo scioglimento del Cts, il Comitato tecnico-scientifico, le cui funzioni cesseranno del tutto. Soltanto due figure in particolare potrebbero ricoprire la carica di consulenti del governo: l’attuale presidente del Cts, Franco Locatelli, e Silvio Brusaferro, attuale portavoce del Comitato.

Le nuove disposizione nelle scuole

Dal 1 aprile via le mascherine FFp2 in classe e stop alle quarantene da contatto:

“Voglio annunciare che è intenzione del Governo non prorogare lo Stato d’Emergenza oltre il 31 marzo. Da allora, dal 31 marzo in poi, non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate. Le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto, e quello delle mascherine FFP2 in classe”.

Aveva annunciato il premier Draghi alla fine di febbraio.

Smart working e ritorno negli uffici

Per quanto riguarda il lavoro bisogna tener presente che la fine dell’emergenza abolisce anche lo smart working semplificato, e gli uffici e le fabbriche torneranno a popolarsi. Dal 1° aprile a livello legislativo l’Italia tornerà all’epoca pre-Covid e il governo non avrà più i poteri straordinari di adesso. Sicuramente si tornerà negli uffici, soprattutto quelli della Pubblica amministrazione, ma tutto si deciderà tra gli accordi del singolo lavoratore con l’azienda.

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